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"Ragazzi: oltre all'alcol c'è di più": riflessione di Don Marco Pozza

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Che gaffe, ragazzi. Oltre all'alcol c'è di più.
Come un racconto senza trama: sconclusionato, arraffato all'improvviso, sgrammaticato. Cosicchè al lettore, giunto in coda alla narrazione, non rimane che una domanda: "che senso si voleva trasmettere?". Abbiano perso una chanche, carissimi ragazzi/e. L'altra sera Prato della Valle - gioiello del quale Padova va gelosa - si è trasformato in una narrazione senza trama alcuna: l'alcol fine a se stesso. E di tutta questo movimento di massa, simile ad una corrida impazzita - sono rimaste stamattina le locandine alle edicole come epigrafi del vostro sogno: "10 ragazzi in coma etilico". Pochi km più in là la terra tremava, la gente piangeva, ragazzi come voi stavano scappando dalle loro abitazioni: c'erano e ci sono esistenze che si vedono complicare le loro strade. Bastava dire no ad una festa insulsa e indegna per mostrarsi uomini e non statuine in mano ai social network impazziti. Dire no per raccontare di aver capito che c'è una gerarchia di valori - non necessariamente cristiani - che va rispettata, pena la derisione di mille parole che poi verranno pronunciate, "beneficenza" compresa. Qualcuno di voi s'è azzardato a dire "che non bisogna sempre pensare solo ai morti ma anche ai vivi". Mai blasfemia fu più meritoria di essere irrisa: come si fa a pronunciare queste frasi quando ci sono giovani schiacciati mentre lavoravano, mentre sognavano e studiavano, mentre s'adoperavano per andare avanti?


Nel sito de Il Mattino di Padova campeggia un video: una ragazza viene portata via in ambulanza. Chiedo scusa della schiettezza: quella ragazza se l'è cercata e voi ne siete stati complici. Qualche km più in giù ci sono ragazzi portati via in barella per sempre: non se la sono cercati loro quella morte e, probabilmente, non l'avrebbero nemmeno desiderata. Da ragazzo che con voi condivide l'anagrafe giovane, l'altra sera ho riletto un passo del Vangelo dove, dentro il racconto della Passione del Signore, un personaggio dice: "è necessario che qualcuno muoia per il popolo". Quel giorno crocifissero l'Autore della Vita perchè già allora la bellezza arrecava paura.


Abbiamo perso, ragazzi. E io con voi perchè, forse, da educatore non ho saputo ancora raccontarvi che fantastica storia è la vita. Peccato davvero: ne è uscita un'immagine della giovinezza di Padova che spero qualcuno abbia il coraggio di gridare: "questo non sono io".


Vorrebbe dire che potremmo ancora ripartire per riscattarci tutti assieme. E scrivere una narrazione con una trama dal fascino sublime.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)