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"Ragazzine ubriache e violente? Sono nostre figlie"

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Ragazzine ubriache e violente? Sono nostre figlie
di Luca Angelini


Di chi è la colpa? Delle ragazze, dei genitori, della società, della scuola, del buonismo, dell'alcol, della natura umana, della tivù, dell'esempio dei grandi, dell'ottusità gregaria del branco? Fosse la prima volta che succede, una risposta consolatoria, che getti la croce sugli altri e l'allontani da noi, sarebbe forse più facile da trovare. Ma la prima volta non è. E i precedenti dicono che non sarà l'ultima. Non c'è bisogno di andare fino in Olanda, ai ragazzini che ammazzano a calci e pugni un guardalinee. Basta spulciare le ultime notizie su Google News: «Botte fra ragazze fuori da scuola. Bambina di 10 anni in ospedale» (La Provincia di Lecco, 30 novembre); «Sei donne scatenano una rissa: denunciate 10 persone» (La Gazzetta di Lucca, 28 novembre). «Botte tra due ragazzine: intervengono i carabinieri» (valmadrera. netweek.it, 26 novembre). Continuiamo? O basta per capire che, quali che siano le risposte a quelle domande, non ce n'è una che ci permetta di chiamarci fuori? La società sono sempre gli altri? L'educazione compete solo alla scuola? O ai genitori dei figli altrui? E il buon esempio, tocca sempre a qualcun altro? Poi, certo, la responsabilità penale è personale.


Logico augurarsi che, la pena, quale che sia, tenga nel giusto conto la gravità di quel che è successo su quel bus chiamato putiferio. Ma non lasciamo che una punizione esemplare ci rimetta in pace la coscienza. Che faccia tacere quella domanda fastidiosa e necessaria: come siamo arrivati a tanto? Lo sappiamo che «gentil sesso» era solo un modo ruffiano di camuffare un dominio. Però non rassegniamoci a vederla presa a schiaffi così, la certezza che dai giovani, e dalle donne, passa la via a un domani meno peggio dell'oggi.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)