Ragusa, convegno: "Alcoldipendenza. I risvolti sociali e le risposte delle istituzioni"
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Ragusa, convegno contro il consumo d'alcol tra i giovanissimi: "Problema reale"
"Alcool dipendenza - i risvolti sociali e le risposte delle istituzioni". Questo il tema affrontato ieri mattina presso la
sala conferenze del Centro Direzionale di Ragusa. L'evento è stato promosso dagli assessorati ai servizi sociali e politiche
giovanili del Comune di Ragusa e ha visto la presenza del Comandante della Polstrada di Ragusa, Gaetano Di Mauro, del
responsabile della sezione volanti della Questura, Paolo Arena, dell'assessore provinciale alle Politiche Sociali, Piero
Mandarà, del dott. Orazio Palazzolo del SERT di Ragusa, del dott. Salvo Criscione, presidente dell'Ordine dei Medici, e del
dott. Salvatore Giuffrida, funzionario del Comune di Ragusa. Un dibattito dove è emerso certamente un dato non indifferente:
la dipendenza da alcool è una preoccupante piaga sociale. Già a undici anni si beve. Bere per bere: a qualunque ora e senza
limiti. Un po' come apparire in televisione, dà un gusto diverso alla vita. L'Italia ha il record, dato che negli altri paesi
s'inizia a tredici anni, un po' più tardi. Si beve in modo smodato poiché l'alcol è usato per sballare. Sono ragazzi
apparentemente normali che vanno a scuola anche con risultati sufficienti; è difficile distinguerli dagli altri, se non
durante la sbronza. Ma questa realtà non ha niente di normale. Per i teenagers ubriacarsi è una moda, è motivo di vanto. Si
comincia con gli happy hour, si continua con birra, superalcolici, nel quale si mette di tutto per dare il colpo finale. La
legge vieta di somministrare alcolici al di sotto di sedici anni, ma i ragazzi aggirano i divieti portandosi le bottiglie da
casa, o comprandole nei supermercati. I dati parlano chiaro, è una vera emergenza. Si è detto durante il dibattito che l'
alcol causa più morti della droga fra i giovani. Il sabato sera, al pronto soccorso, il fenomeno è ormai diventato routine:
arrivano genitori ignari, e disperati, ai quali verrebbe da chiedere se conoscono un po' i propri figli, che sono lì, vittime
d'incidenti perché ubriachi o che finiscono in coma etilico. Il binge drinking è il consumo di più bevande in grandi quantità
e in poche ore, per raggiungere la sbronza, una specie di rito, sempre più diffuso. L'alcol sembra aver sostituito i
divertimenti, i desideri e gli entusiasmi di alcuni giovani. Sembrerebbe che per questi ragazzi non ci siano passioni,
allegrie, progetti. Sembrano travolti dalla noia, anche quelli super impegnati dai propri genitori non sembrano essere né
entusiasti né disinvolti. Forse cercano una strada, un'identità. Le Istituzioni ai vari livelli e ordini, sono concordi che
bisogna fare squadra per poter intervenire in modo efficace. Lo stesso assessore provinciale alle politiche sociali Piero
Mandarà ha dichiarato: "Occorre fornire un supporto alle famiglie fornendo ai genitori strumenti educativi più appropriati,
sia per agire sui fattori di rischio, sia per prevenire il consumo di alcol tra gli adolescenti. E' un dovere nostro, come
Istituzione, così come della famiglia aprire un dialogo, dobbiamo essere capaci di offrire sostegno e guida ai tanti ragazzi
in difficoltà".
Gianna Belluardo