Ravenna, incontro con le forze dell'ordine: �una lezione di vita�
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Dopo gli incontri sulla legalità in classe, dove i ragazzi della 2° media Bendandi hanno conosciuto le forze dell'ordine faentine, si sono recati al Commissariato rinnovato
Ravenna - Quest'anno, alcune classi della nostra scuola hanno avuto la preziosa opportunità di conoscere da vicino le forze dell'ordine faentine, in particolar modo gli addetti alla sicurezza del quartiere e il commissario Pechini.
Dopo un incontro sulla legalità in classe, siamo stati noi a spostarci e a recarci nella nuova sede del commissariato, senza dubbio molto ampia ed esteticamente più piacevole di quella precedente, ma piuttosto insidiosa da raggiungere, considerando il cavalcavia trafficato, la mancanza di strisce pedonali o di piste ciclabili, tanto che i poliziotti ci hanno scortato fino all'ingresso, fermando le auto al fine di permetterci il passaggio. Certo, in quel momento ci siamo sentiti importanti, ma chi è anziano o in bicicletta, come farà? Arrivati dentro al commissariato, hanno avuto inizio la visita ai locali e un coinvolgente incontro tenuto dai poliziotti di quartiere.
Partiamo da un dato oggettivo e affatto scontato: Faenza , pur essendo una piccola città, presenta comunque un tasso di criminalità e microcriminalità piuttosto consistente. Ma come? Ci sembrava così tutto tranquillo! Eppure, le forze dell'ordine ci hanno mostrato un filmato che riproduceva, dal vero, un inseguimento alla caccia di alcuni rapinatori che poi sono stati arrestati. Sembrava un telefilm americano. A volte, si pensa che certi atti criminali accadano solo lontano, che soltanto nelle metropoli siano diffusi atti violenti ed estremi, poi ascolti i poliziotti e capisci che le raccomandazioni dei nostri genitori non sono così infondate.
È stato interessante anche parlare di bullismo visto con gli occhi di chi deve garantire la sicurezza ai cittadini: esso non è contemplato nel codice penale, ma gli atteggiamenti che un bullo assume sono punibili dalla legge italiana e, a volte, si possono trasformare in veri e propri crimini. Una spinta data a un compagno può trasformarsi in una lesione colposa se, ad esempio, la vittima spinta, cade e si ferisce, e ancora: una parola offensiva e pesante può divenire calunnia e tale comportamento è perseguibile a livello legale. Ci sono stati forniti consigli utili per distinguere l'atto di bullismo da una semplice presa in giro.
Secondo lo studioso Olweus, esistono tre indicatori ben precisi per confermare la presenza del bullismo: la prepotenza mirata a creare un danno, la spavalderia e l'aggressività continuative nel tempo e, infine, la presenza di una vittima inferiore di forze rispetto al bullo e non in grado di difendersi. Inoltre, il bullismo è una triste e tetra rappresentazione dove gli attori sono non solo il bullo, ma un cerchio di persone che si diffonde pericolosamente a macchia d'olio: i gregari. Brutta notizia per tutti quelli che finora hanno ragionato, pensando: « Io ho solo guardato, non ho fatto nulla!». Mai come in quel momento, le nostre conoscenze letterarie su Dante si sono finalmente rivelate attuali: gli ignavi, quelli che non scelsero né il bene né il male non se la passavano molto bene nell'antinferno! Forse, il grande poeta, che spesso è un pesante fardello sulle spalle degli studenti, aveva visto giusto!
Altro argomento affrontato è stato quello sulla pedofilia, introdotto da alcune slides intitolate ‘Il bacio dell'orco', perché dietro atteggiamenti gentili e premurosi di alcune persone adulte si può nascondere un orco, un predatore, una persona malata, dal comportamento deviato, chiamato pedofilo. Quest'ultimo si nasconde anche in internet, facebook, messanger e per questo è importante educare le nuove generazioni a utilizzare le moderne tecnologie in modo consapevole. Certo, non bisogna poi esagerare dall'altra parte e diventare sospettosi di tutti.
È stato faticoso affrontare un simile argomento, ma ci è stato ricordato di non dare confidenza a chi non si conosce, diffidare di sconosciuti che si mostrano molto gentili nei nostri confronti, ci invitano a vedere cucciolate di gattini o le ultime figurine per il nostro album. L'invito che ci è stato rivolto e che va esteso a tutti i giovani è quello di dialogare con le nostre persone adulte di riferimento. Dialogare, dialogare e ancora dialogare: questo è fondamentale sempre, anche in caso di bullismo: se siamo vittime di una violenza, sia essa psicologica, fisica o sessuale, e taciamo, la violenza si gonfierà e lieviterà dentro al nostro silenzio; noi stessi costruiremo una gabbia di parole non dette dentro la quale potremmo arrivare a morire.
Come spesso accade, si muore anche per l'abuso di alcol e droghe il cui consumo diventa sempre più precoce, 12-13 anni, provocando danni a chi assume queste sostanze, ma anche a persone innocenti che, purtroppo, si ritrovano ad essere coinvolte in incidenti stradali fatali. Ci sono stati mostrati alcuni spot di pubblicità progresso, ideati in varie nazioni europee al fine di disincentivare il consumo di alcool nei giovani... peccato che in Italia non si sia prodotto ancora nulla: che figuraccia! Uno, in particolare, mostrava un bicchiere vuoto, riempito di alcol e benzina attraverso una pompa di un distributore, poi l'immagine finale mostrava lo stesso bicchiere che diventava recipiente per un mazzo di fiori portato su una lapide. Immagini forti che hanno conseguito il loro obiettivo: rimanere impresse nelle nostre menti. Il nostro incontro con le forze dell'ordine si è rivelato un insegnamento prezioso per tutti noi: ci ha permesso di discutere su tematiche attuali, scottanti, di cui non è sempre facile parlare.
Un ultimo spunto su cui tutti dovremmo riflettere riguarda il ruolo fondamentale e determinante che le forze dell'ordine svolgono nella nostra società: esse mettono a repentaglio la loro vita per salvare la nostra, dedicano il loro tempo per garantire la nostra sicurezza, anche se i mezzi non sono sempre adeguati ai bisogni reali, e il pensiero comune cosa fa? Li mette nelle barzellette e li ricorda come buffi ed impacciati! Ci siamo chiesti il perché, senza trovarlo; l'abbiamo chiesto a loro e ci hanno sorriso: d'altronde la vera intelligenza si misura anche attraverso l'ironia.
di Sonia Cantagalli, Davide Solaroli, Elena Bassi, Benedetta Matulli, Anna Bucchi