Ravenna: ubriaco alla guida uccise un 61enne, 4 anni di reclusione
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Nel 1995 aveva già ucciso un ragazzo di 28 anni
La stampa parla di pena durissima e di pena esemplare. Siamo sicuri? Solo due anni di sospensione della patente. E dopo?
La vicenda si può riassumere così: un ubriaco con un tasso di alcol nel sangue quattro volte superiore al limite consentito dalla legge causò un drammatico incidente stradale sulla provinciale Naviglio a Granarolo Faentino nel quale perse la vita il 61enne Antonio Babini padre di 3 figli. Martedì il giudice del tribunale di Ravenna, Anna Mori, al termine del processo con rito abbreviato ha condannato l'imputato, il 39enne faentino R.P. a quattro anni di reclusione. Riconosciute le attenuanti generiche. Per altro i difensori hanno già preannunciato ricorso.
Scrivono alcuni giornali: si tratta di una pena durissima (omicidio colposo) considerando che il giudice ha riconosciuto anche le attenuanti di aver risarcito i familiari della vittima (difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari e Silvia Fantin). Altri hanno parlato di pena esemplare. Il gup, inoltre, ha stabilito anche la sospensione della patente per due anni. Il 39enne ha già alle spalle un simile precedente che risale alle prime luci dell'alba del 2 settembre del 1995.
In uno scontro frontale verificatosi sulla Modiglianese, alle porte di Faenza, rimase ucciso un giovane di 28 anni di Modigliana, Andrea Benedetti. Poscarini rimase lievemente ferito e venne indagato per omicidio colposo e guida in stato d'ebbrezza. Patteggiò otto mesi di reclusione. Il drammatico incidente nel quale perse la vita Babini si verificò il 6 settembre dello scorso anno.
Erano circa le 16.30 e R.P.stava percorrendo la Naviglio in direzione Faenza quando, in corrispondenza di una curva sinistrorsa, ha perso il controllo dell'auto invadendo la corsia opposta nel momento in cui stava sopraggiungendo la Toyota Carina di Antonio Babini. L'impatto è stato violentissimo. La Toyota è finita in un campo che costeggia la carreggiata. Per il 61enne non c'è stato nulla da fare. Gli accertamenti stabilirono che il 39enne era ubriaco.
Alcune considerazioni:
il condannato, secondo le cronache dei giornali, aveva già ucciso nel 1995 un ragazzo di 28 anni. Anche in quella occasione era in stato di ebbrezza. Patteggiò 8 mesi. Risultato? Lo stesso conducente, ebbro alla guida, torna ad uccidere dopo 13 anni.
Oggi al secondo omicidio - nelle stesse condizioni - è stato condannato a 4 anni. Diversi giornali locali hanno parlato di pena durissima e di pena esemplare. A noi non sembra proprio. Le recenti modifiche al CP prevedono una pena in questi casi di omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza da alcol o sostanze, che va da 3 a 10 anni. Va bene per il rito abbreviato che prevede uno sconto, ma non ci sembra comunque una pena così severa, tenuto conto che siamo di fronte al secondo omicidio.
Come si può parlare di "pena durissima"? Per far scontare un periodo di prigione adeguato a una persona che uccide per la seconda volta dopo aver bevuto dovremo attendere un terzo omicidio e che diventi una sorta di killer seriale della strada? Certo poco più di anno fa se la sarebbe sicuramente cavata con una pena più mite, ma per cortesia non parliamo di pena "esemplare".
Anzi siamo preoccupati e molto per quel particolare: la sospensione della patente per 2 anni. E dopo??
Certo a qualcuno è andata meglio solo per il fatto che all'epoca dei fatti la norma sull'omicidio colposo alcol correlato non era stata ancora modificata. Basta leggere sotto una notizia uscita sempre ieri 21 ottobre.
Però è bene sapere che per chi ammazza mentre guida in stato di ebbrezza la musica sta cambiando.