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Reazione del cervello alla nicotina: ruolo della genetica

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Reazione del cervello alla nicotina: anche una questione di geni

Fonte: McGill University Health Centre


Titolo originale e autori: How genetics shape our addictions. Genes predict the brain's reaction to smoking-Sep 11, 2012


I geni sono in parte responsabili della vulnerabilità alle dipendenze ma anche della capacità di disintossicarsi. È il risultato di un nuovo studio condotto dai ricercatori della McGill University da cui emerge che gli individui che hanno un metabolismo più veloce per la nicotina, mostrano una maggiore attivazione cerebrale nei confronti degli stimoli correlati al fumo, rispetto ai soggetti che possiedono un metabolismo cerebrale più lento. Il metabolismo per la nicotina, determinato geneticamente, è regolato da un enzima epatico: variazioni nel gene che codifica per quest'enzima determinano diverse velocità metaboliche e, di conseguenza, una maggiore o minore quantità di nicotina nel sangue che può raggiunge il cervello. I partecipanti allo studio (18-35 anni), fumatori in media dalle 5 alle 25 sigarette al giorno da almeno 2 anni, sono stati sottoposti a Risonanza Magnetica funzionale al fine di indagarne le risposte cerebrali alla vista di immagini legate al fumo. I ricercatori hanno scoperto che i soggetti con un metabolismo veloce per la nicotina, presentavano un'attivazione cerebrale molto più marcata verso gli stimoli correlati al fumo nelle aree più importanti per la memoria, la motivazione ed il rinforzo (amigdala, ippocampo, insula e corteccia cingolata), rispetto a soggetti con metabolismo più lento. Secondo gli autori, questo pattern di maggiore attivazione risulta dal fatto che, nei fumatori con metabolismo veloce, si instaura facilmente un'associazione psicologica tra l'esposizione al fumo ed i rapidi picchi di concentrazione di nicotina che raggiungono il cervello (che, altrettanto rapidamente, diminuiscono), causando una risposta condizionata molto forte a qualsiasi stimolo esterno che ricorda il fumo (come la vista delle sigarette). Inoltre, precedenti ricerche indicano che un'alta attivazione cerebrale verso gli stimoli correlati al fumo è predittiva di una bassa capacità di smettere di fumare.
Questi risultati suggeriscono che potrebbero essere adottati programmi individuali per smettere di fumare, progettati diversamente per gli individui geneticamente dotati di metabolismo veloce e per quelli con bassa velocità metabolica.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)