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Reflusso gastroesofageo: viene dalla cattiva alimentazione

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Reflusso gastroesofageo, viene dalla cattiva alimentazione

Il principale sintomo è una fastidiosa sensazione di bruciore nella parte medio-inferiore dello sterno al momento della deglutizione del cibo o subito dopo i pasti. È il reflusso gastroesofageo, un disturbo causato dal contenuto dello stomaco che refluisce nell’esofago e che in Italia colpisce oggi fino al 20-25% della popolazione, favorito da cattive abitudini alimentari e stili di vita non salutari. Lo conferma una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano svolta su un campione di 7000 soggetti di età superiore a 25 anni. Per effettuarla, gli esperti hanno individuato alimenti e bevande considerati aggressivi (cioccolato, carni grasse, caffè, bibite gassate e tè) e cibi protettivi, come la frutta ad esclusione degli agrumi (considerati aggressivi), verdura e legumi, olio extravergine d’oliva e pane integrale. I dati hanno evidenziato che gli uomini introducono un numero di porzioni settimanali di cibi aggressivi maggiore delle donne. Mediamente le porzioni settimanali aggressive sono 33,6 (31,5 per le femmine e 37 per i maschi), mentre è emerso che la quantità di porzioni protettive introdotte rimane basso, mediamente 23,3, (24,2 per le femmine e 21,9 per i maschi). «Gli italiani – dice Michela Barichella, responsabile medico della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica degli ICP di Milano – assumono poca frutta e verdura, sempre meno alimenti integrali e legumi, mentre aumenta l’utilizzo di bevande zuccherate gassate soprattutto nei più giovani, il cui stile di vita prevede spesso abitudini non salutari come il fumo e gli alcolici, ed è sempre più esposto a sovrappeso e obesità». Contro il reflusso, gli esperti dell’Osservatorio consigliano di eliminare i pasti abbondanti e ricchi di grassi, e di ridurre i cibi aggressivi, il fumo e l’obesità. Inoltre, è necessario mangiare lentamente e masticare a lungo, evitando di coricarsi subito dopo i pasti. Se questo non basta, si può ricorrere alla terapia farmacologica per facilitare lo svuotamento gastrico, ma soprattutto per ridurre l’acidità del succo gastrico. «Ma è importante ricordare come il bruciore retrosternale insieme al rigurgito – avverte Davide Festi (Università di Bologna) – non siano gli unici sintomi della malattia, che si manifesta anche con disturbi apparentemente non correlati all’ apparato digerente, come tosse, laringite, asma, dolore toracico».

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)