Reggio Emilia: nuove norme in centro per la vendita di alcolici in vista dell�estate
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REGGIO. Emergenza-alcol: il fenomeno è in costante crescita. E il Comune lascia intendere un nuovo giro di vite per l'e state. Sono ben 1300 le violazioni dell'articolo 186 del codice della strada (guida in stato d'ebbrezza) riscontrate nel solo 2009. E si prevede una crescita consistente del reato: si stima infatti saranno circa 1600 i casi nel 2011, quando diventeranno anche obbligatori i corsi info-educativi per tutti gli automobilisti incappati nelle sanzioni. Sono questi i dati diffusi al Ceis, nella serata organizzata per sensibilizzare la città sul tema dell'a lcolismo. Ottimo il riscontro di pubblico: sala piena e numerosi i giovani presenti.
«Un problema grave, su cui occorre fare chiarezza - ha ripetuto l'a ssessore alla coesione e sicurezza sociale Franco Corradini -. Chi si mette alla guida non deve bere. Non si tratta di un aspetto moralistico, qui è in gioco la vita di sé stessi e degli altri». «Da uno studio europeo - prosegue Corradini - è emerso che si spendono 1,3 miliardi di euro in pubblicità a favore degli alcolici. A confronto, la cifra spesa per fare prevenzione è irrisoria. L'alcol è un problema sociale che mina la convivenza e c' è il rischio - asserisce l'assessore - che un'ampia fascia della popolazione, soprattutto fra i giovani, possa diventare dipendente». Per questo l'Amministrazione di Reggio prende molto seriamente il problema: «La Giunta comunale attuerà nuove norme per il centro - fa sapere Corradini -. Da giugno occorrerà discutere della vendita dopo una certa ora degli alcolici». E intanto, il 24 aprile, sarà inaugurata una nuova piazza provvista di «chiosco analcolico».
Interviene anche Angiolina Dodi, dell'Ausl, che fornisce un ritratto delle tante donne reggiane cadute nella rete della dipendenza: «Di solito si presentano ai Servizi donne di età attorno ai 45-47 anni - spiega la dottoressa - che hanno sulle spalle storie molto drammatiche. Non vanno al bar, come fanno spesso gli uomini, ma bevono a casa in solitudine. Solitamente vanno a prendere il cartone di vino dal fornaio: è più facile disfarsene rispetto alle bottiglie di vetro. Sorseggiano, nell'arco della giornata, e così non si ha neanche la percezione della quantità di alcol che si ingerisce».
LE TESTIMONIANZE. All'incontro raccontano la propria storia anche alcuni ex-alcolisti come Daniele, ora membro del gruppo «Alcolisti anonimi», un'associazione fondata sul principio dell'a nonimato e dell'auto-aiuto: «Ci aiutiamo l'un l'altro a rimanere sobri. Non vogliamo che le persone in difficoltà restino abbandonate a loro stesse, perché un alcolista da solo è in pessima compagnia». «Da noi, il primo passo è l'ammissione di impotenza totale davanti all'alcol - spiega Daniele -. Io sono quattro anni che non bevo, e ho festeggiato proprio ieri il mio "compleanno di sobrietà". Vengo da una dipendenza di 25 anni. Avevo cominciato a bere a 14-15 anni, con la nonna che ti offre un bicchiere di vino dicendoti che fa buon sangue. Per reagire ho dovuto toccare il fondo, distruggendomi fisicamente e moralmente. Da lì mi sono deciso a chiedere aiuto. E' stato un percorso difficile e doloroso, ma pian piano si scopre la gioia di una vita nuova, libera. Senza scappare dalle proprie paure. Senza la stampella dell'alcol».
Angela, una familiare che ha prestato testimonianza, ha rischiato invece che l'alcol distruggesse tutta la sua famiglia: «Ero disperata - racconta emozionata -. Avevo provato a farlo smettere di bere con le buone, con le cattive, con i sensi di colpa... Ma ero impotente. La mia personalità era annientata: non vivevo più. Pensavo solo a quello, anche a lavoro. Provavo un forte senso di vergogna e disagio nei confronti delle altre persone. Poi, grazie all'associazione a cui mi sono rivolta, ho capito che bere non era solo un vizio, ma segno di un disagio difficile da ammettere. L'a lcol permetteva al mio caro di sopperire alle sue fragilità». «Oggi - conclude con un sorriso - siamo una famiglia serena, e i problemi li affrontiamo in modo diverso. Uniti».