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Regione Toscana: in aumento l'abuso di alcol tra i giovani

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In aumento l’abuso di alcol tra i giovani

A lanciare l’allarme è il Centro del Sert diretto dal dottor Fagni. «Il 65% degli undicenni beve e la percentuale salirà»

«L’alcol crea una dipendenza esattamente come le altre sostanze, ma con caratteristiche proprie. Non è affatto un problema da sottovalutare». Esordisce così Fabrizio Fagni direttore del Centro di alcologia dell’Asl3, zona Valdinievole.

Il Centro opera all’interno del Sert in via San Marco e si occupa delle problematiche legate alla dipendenza dall’alcol. I professionisti che operano all’interno dell’unità funzionale per le tossicodipendenze e l’alcolismo vanno a comporre un’equipe multidisciplinare. Il medico, l’infermiere e l’educatore professionale si occupano dell’accoglienza, dell’informazione, dell’analisi della domanda e dello screening iniziale. Un successivo incontro può coinvolgere lo psicologo per la valutazione e la diagnosi degli aspetti motivazionali e della idoneità per la partecipazione ai gruppi.

L’intervento dell’educatore professionale é orientato al sostegno durante il percorso, nonché a eventuali iniziative di inserimento socio-terapeutico. Il Centro si fa anche carico di compiti istituzionali fra i quali la predisposizione del collegamento dell’area socio-educativa fra utenza territoriale e Ufficio esecuzione penale esterna ed enti penitenziari della Regione Toscana. Altro aspetto rilevante è la collaborazione con la Commissione medica locale, che spesso richiede delle consulenze nell’ambito delle procedure di rilascio di patenti di guida o di porto d’armi, anche a seguito di ritiro e sospensione delle stesse patenti. Rispetto al 2010 nel Centro di alcologia gli utenti sono aumentati del 15%, circa 200 individui, di cui il 70% uomini e il 30% donne, con un’età compresa fra 30 e 40 anni.

Il numero totale di coloro che accedono al Centro è in aumento ogni anno. Diventano sempre più note le problematiche legate all’uso e all’abuso degli alcolici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il consumo di alcol causi circa 2,5 milioni di morti ogni anno, come conferma lo stesso Fagni: «In questi anni si registrano più decessi per colpa dell’alcol che di overdose. Le droghe legali uccidono più di quelle proibite». L’uso rischioso di alcol fra i giovani non è più connesso all’abuso all’interno di uno stile di consumo di tipo alimentare o conviviale.

Oggi l’alcol viene cercato appositamente per i suoi effetti, che portano alla perdita di inibizioni e al cosiddetto “sballo”.

Le modalità diventano sempre più eccessive, con pratiche come il “binge-drinking” (assunzione di grandi quantità di alcol in un periodo breve) o estremizzate come l’eye-balling (versare Vodka, Rum o Assenzio negli occhi). «Penso sia allarmante il dilagare di queste cattive abitudini tra i ragazzi. Si stima che in una popolazione di individui di appena 11 anni, il 65% ha fatto uso di alcolici. Noi quest’anno abbiamo in cura due minorenni. I giovani usano e abusano di alcol e non conoscono i rischi ai quali vanno incontro» spiega ancora Fagni.

Il dato incoraggiante è che oltre 80% delle persone che si rivolgono al Centro di alcologia, lo fa spontaneamente. «Qui gli utenti vengono accolti immediatamente da un operatore. Non esiste una lista d’attesa o cose di questo tipo» ci tiene a sottolineare il direttore.

Il tasso di dimissione del 2011 si aggira intorno al 35%. «Un impegno professionale e costante per aiutare chi ha bisogno di noi» conclude Fabrizio Fagni.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)