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Regione Toscana: un interessante studio sulle condotte adolescenziali

Regione Toscana: un interessante studio sulle condotte adolescenziali

Una brutta caduta dal motorino, una gamba rotta durante una partita di calcio, una rissa con gli amici finita a botte.

"Incidenti", secondo i più diffusi criteri di classificazione, di cui gli adolescenti fra i 14 e i 20 anni sembrano detenere

il preoccupante primato. Ma si tratta davvero di eventi del tutto imprevedibili, impossibili da prevenire? In realtà,

soprattutto quando sono gravi e ripetuti, questo genere di "incidenti" spesso non si devono né al caso, né a disattenzioni

innocenti, bensì a una condizione psicologica dei ragazzi che, in un certo senso, li "predispone" a correre dei rischi. Un

brutto voto a scuola, la separazione dei genitori, uno smacco affettivo, un trauma irrisolto: l'elenco dei possibili punti di

"cedimento" di un adolescente è lungo e articolato.
Ma niente impedirebbe di individuarli, per scoprirne le cause e poi magari risolverle, fin da quando i ragazzi vittime di

incidenti (e non necessariamente ubriachi o strafatti di sostanze) arrivano a un pronto soccorso: là dove di solito sono

accolti solo da chirurghi o ortopedici, e invece dovrebbero trovare anche uno psicologo, capace di capire il vero "perché" di

un trauma.
Un modo per aiutare le vittime, e evitare nuovi incidenti (che le statistiche, fra l'altro, dimostrano sempre più gravi dei

precedenti). A proporre di colmare la grave lacuna saranno venerdì prossimo alcuni operatori dei dipartimenti di igiene

mentale del Ssn, nel corso di un seminario al Cenacolo di S. Apollonia intitolato "La crisi dell'adolescente e la rete dei

servizi" (dalle ore 9), promosso dal Centro promozione salute Franco Basaglia in collaborazione con la Regione Toscana e le

Asl regionali. Un'occasione per fare il punto sui tanti aspetti dell'"età ingrata" - si parlerà anche di adolescenza e

disabilità, delle problematiche sociali legate a questa fase evolutiva, dei disturbi del comportamento alimentare,

dell'adolescente come paziente del medico di base, del pronto soccorso, dell'ospedale - alla luce delle esperienze dei

servizi territoriali. E anche per lanciare un appello, come preannuncia la direttrice dell'Unità operativa di psicologia ella

Asl 10, Maria Pia Teodori: "Bisogna costituire al più presto un Osservatorio sull'adolescenza", dice.
Un "grande occhio", cioè, "sotto cui accentrare tutte le iniziative finora divise fra istituzioni diverse, che hanno sempre

lavorato in modo settoriale, con un enorme dispendio di energie e risorse, e senza nemmeno mettere in comune conoscenze e

professionalità". Uno spreco, insomma, e soprattutto, troppi risultati mancati su un fronte caldissimo, vera e propria

emergenza sociale, dice Teodori, "finora lasciata di fatto a se stessa", mentre meriterebbe "un grande investimento". Come

dimostra proprio l'indagine sulle cause psicologiche degli incidenti stradali, sportivi e da percosse ripetute, promossa e

finanziata dalla Regione, svolta al pronto soccorso di Pistoia e poi estesa al resto della Toscana. Per un anno delle

centinaia di adolescenti arrivati ai vari pronto soccorso sono stati selezionati quelli vittime di incidenti molto gravi o

ripetuti, ognuno dei quali è stato preso in carico anche da uno psicologo. Ne è emerso che i comportamenti all'origine di

quei tipi di incidenti erano legati a precisi aspetti della personalità, e cioè a carenza di autostima, impulsività e

compulsività, fragilità emotiva, narcisismo, nonché, spesso, anche a bassa scolarizzazione e a situazioni familiari

difficili. Tutti indicatori preziosi che però di solito, osserva Teodori, "in un pronto soccorso vengono del tutto

trascurati". E nonostante dalla stessa indagine emerga che ben 1 adolescente su 3 considera questo presidio un importante

punto di riferimento sanitario, cui rivolgersi con fiducia per tutte le evenienze.
Si scopre così che gli incidenti, insomma, anche quelli non causati direttamente da abuso di alcool e sostanze, "possono

diventare, se 'lettì nel modo giusto, degli autentici spiragli, dei varchi sulla psiche attraverso cui gettare luce sui

problemi profondi degli adolescenti, su fattori di stress, anche gravi, troppo spesso taciuti e nascosti". Oltretutto,

osserva la psicologa, "offrendo agli stessi ragazzi la possibilità di elaborare in modo corretto l'accaduto, e aiutando le

famiglie e la scuola a farsene carico attraverso percorsi educativi appropriati". Da qui la proposta, che verrà avanzata

durante il seminario di venerdì, di trasformare ogni pronto soccorso toscano in una specie di "finestra aperta anche sui

problemi dell'adolescenza", i cui referti possano entrare a far parte di una rete "di raccolta sistematica di dati, da

mettere al servizio di chi deve decidere gli interventi, innanzitutto sul fronte della prevenzione". Anche quella degli

incidenti di motorino.