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Regno Unito, capitale delle dipendenze (?)

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Regno Unito, capitale delle dipendenze

Aumenta il consumo di alcol e droghe. E ogni anno la spesa per lo Stato è di 36 mld di sterline.

Il Regno Unito è «la capitale europea della dipendenza». L’allarme è stato lanciato da Christian Guy, direttore del Centre for Social Justice (Jcsj), istituto che ha tracciato le stime del consumo di alcol e droghe nel Paese.
Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, ha scritto la Bbc, almeno 670 mila giovani hanno ammesso di avere fatto uso di sostanze stupefacenti; e tra il 2011 e il 2012 nella sola Inghilterra 6.486 persone sono finite in cura per abuso, un incremento del 39% sul biennio precedente.


OGNI ANNO LA DIPENDENZA COSTA 36 MLD DI STERLINE. Va però detto che lo studio del Jcsj è stato commissionato da Duncan Smith, ministro del Welfare, il quale ha poi ammesso: «La dipendenza dei nostri cittadini da droghe e alcol costa allo Stato oltre 36 miliardi di sterline l’anno».
Secondo lo studio, un adulto su quattro beve così tanto da mettere in pericolo la propria salute, e uno su 20 è dipendente.
La situazione è particolarmente grave nel Nord del Paese e tra le donne, che detengono il record europeo. «Il nostro problema con la dipendenza danneggia l’economia», ha spiegato Christian Guy. «L’abuso di droga e alcol alimenta la povertà e la depravazione, porta le famiglie alla crisi, incentiva il vagabondaggio, il crimine, il debito a lungo termine e la disoccupazione. La dipendenza distrugge vite e comunità», ha aggiunto.


UNA QUESTIONE CULTURALE. Non è la prima volta che il problema degli inglesi con lo sballo finisce sui giornali. E la cultura britannica di certo non aiuta, come ha fatto notare Leo Benedictus dalle colonne del Guardian.
C'è infatti chi giustifica la sbornia. L'alcol aiuterebbe i freddi e controllati inglesi a socializzare, dimenticando i problemi. Si va dai giovani che non riescono ad affrontare il primo appuntamento senza una pinta di sidro in corpo, fino alle casalinghe disperate che si scolano una bottiglia di vino la sera davanti alla tivù, ben descritte anche nell’ultimo libro di J.K. Rowling, Il Seggio Vacante.


L'EPICA DEL PUB. Per non parlare del centro di socializzazione per antonomasia, il pub, luogo di ritrovo che è anche stile di vita, esportato dal Regno Unito in tutto il mondo, e dove i britannici si trovano ogni giorno dopo il lavoro davanti a uno, due, tre boccali di birra Ale.
La cultura inglese per lo sballo è di vecchia data, ha concluso il quotidiano, tanto da avere un ruolo di primo piano persino nelle tragedie shakesperiane. Come nell’Otello, quando Iago, di fronte a un ubriaco Cassio, tesse un elogio dei britannici: «I danesi, i tedeschi, gli olandesi con quei pancioni (su bevete!), al confronto con gli inglesi non valgono nulla».
«Pure Shakespeare sapeva che si ottiene sempre un applauso dai britannici, se ci si complimenta della loro arte del bere», ha concluso Benedictus. «Ma perché, poi, è considerato un complimento?».
Una sardonica risposta è arrivata da Mike Power, autore del libro Drugs 2.0: «C’è sempre qualcosa da cui cerchiamo di scappare. Penso sia la pena dell’essere inglesi».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)