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Regno Unito, dibattito sul prezzo minimo degli alcolici: si sale a 45 pence per unità alcolica

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Uk, prezzo minimo: si sale a 45 pence per unità alcolica
Alice Green


E' di qualche giorno fa il servizio sulla BBC1 riguardo alla proposta che sta per diventare legge in base alla quale il prezzo minimo di vendita dell'alcol in Inghilterra sarà di 45 pence per unità alcolica. Fino a qualche mese fa era stata diffusa la notizia che il prezzo sarebbe stato orientativamente di 40 pence ma poi i ministri inglesi, dopo varie consultazioni, hanno aumentato il prezzo di 5 pence in Inghilterra e Galles per bloccare in qualche modo il problema dell'abuso dell'alcol. Il ministero dell'Interno ha lanciato un piano di consultazione di 10 settimane per arginare i livelli di malasanità e crimine legati all'abuso dell'alcol. L'aumento di 5 pence è dovuto alla volontà di seguire la politica della Scozia. dove sono stati proposti ben 50 pence per unità. Anche nell'Irlanda del Nord si sta considerando la misura di legge, ma al momento non sono state prese decisioni. Il ministero dell'Interno ha affermato che la consultazione è mirata ai consumatori irresponsabili e ai fornitori senza scrupoli. In effetti, si cerca con questo mezzo di colpire la vendita nei supermercati e nei negozi, risparmiando di incidere sul costo delle bevande nei pubs e nei ristoranti. La proposta, che ormai è considerata quasi definitiva, se diventerà presto legge vedrà il prezzo di una lattina di lager venduta a non meno di 1,56 £ e una bottiglia di vino a non meno di 4,22 £.


La decisione dell'aumento è stata influenzata da una ricerca dell'Università di Sheffield, in base alla quale si prevede, attraverso l'adozione di questo provvedimento, una diminuzione del consumo di alcol del 4,3%, 2.000 morti (solo 1.200 se il prezzo fosse rimasto 40 pence) e 66.000 ricoveri in ospedale alcol-correlati in meno in 10 anni. Ugualmente, il numero dei crimini legati all'abuso di alcol dovrebbe diminuire di 24.000 all'anno. Se il prezzo minimo fosse portato addirittura a 50 pence come in Scozia, l'impatto sarebbe ancora maggiore.


La nuova legge influenzerà anche i consumatori moderati e responsabili in quanto si prevede un calo del consumo pari al 2,3%.


"Lo scopo più importante della riforma - afferma Vivienne Nathanson della British Medical Association, è di salvare le giovani vite che sono vittime del bere a dismisura. Purtroppo in Inghilterra chi beve eccessivamente non è una minoranza, ma un quarto della popolazione. Ovviamente, aggiunge, il prezzo imposto non basterà a fermare il fenomeno, ci vorranno anche maggiori controlli sulle licenze, e maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine e delle autorità locali".

 

No alle promozioni

"Il prezzo minimo ridurrà i 42 miliardi di sterline spesi ogni anno in alcol in Inghilterra e Galles di solo il 3%, ma sarà l'unico modo per poter prevenire morti assurde (714 mortalita' legate all'alcol ogni anno)", questo il commento del ministero dell'Interno. Il suo portavoce, Theresa May, ha dichiarato per iscritto alla Camera dei Comuni che non solo sarà applicato questo prezzo ma ha anche detto che saranno bandite dai supermercati tutte le offerte di sconto multiplo che hanno fatto aumentare le vendite dell'alcol del 20-25% negli ultimi anni,. Non verrà toccato invece lo sconto sulle bevande non legate ad acquisti multipli, a patto che rispetti sempre il minimo prezzo per unità alcolica. Il divieto non sarà invece esteso ai pubs e ai ristoranti in quanto esso è diretto in maniera prioritaria a bloccare i giovanissimi dal fare scorta di alcol prima delle uscite serali, senza la supervisione degli adulti. La proposta della May riguarda anche l'introduzione di bracialetti per segnalare le persone accusate di crimini legati all'alcol, come già succede in Usa. I risultati saranno resi pubblici il prossimo maggio.

 

I 50 p della Scozia e le opposizioni della Scotch Whisky Association

Nelle prossime settimane si discuterà molto sulla proposta, anche perché molte voci nel mondo della medicina vorrebbero portarla a 50 pence, come sostiene Eric Appleby di Alcohol Concern, il quale afferma: "Secondo la ricerca dell'Università di Sheffield se il prezzo fosse portato a 50p, ci sarebbero, già solo nel primo anno, 60 morti in meno, 1.600 ricoveri in ospedale e 3.500 crimini in meno. I 50 pence saranno applicati in Scozia e tale scelta riflette la maggiore necessità in Scozia di bloccare l'abuso di alcol, che registra un consumo pro-capite maggiore, superiore di un quinto rispetto a quello inglese e gallese.

Ci sono però due problematiche da affrontare prima del 27 dicembre quando il governo scozzese sarà chiamato a rispondere alla commissione Europea riguardo al free trade e al fatto che il vino sarebbe esente da un prezzo minimo in base alla legge europea. Una di queste riguarda la ferma opposizione di due importanti associazioni - la Whisky Association e la European Spirits Organisation - secondo le quali la legge è fuori dall'area di competenza del Parlamento Scozzese e spetta alla corte di Westminster giudicare tale questione, in base all'Act of Union del 1707 tra la Scozia e l'Inghilterra che garantisce la libertà delle clausole sul commercio, la circolazione e la vendita delle merci.

La Scotch Whisky Association considera il prezzo minimo un mezzo inefficace contro il binge drinking e sostiene che la misura cautelare finirà solo per indebolire un'industria di esportazione che porta più di 4 miliardi di pound all'economia del Paese. Oltre al fatto che l'industria del whisky impiega direttamente circa 10.000 persone e supporta 25.000 posizioni nel settore. D'altra parte, l'abuso di alcol costa al governo 3,6 miliardi di sterline all'anno. Il processo continuerà nei prossimi mesi. La prima seduta dapprima stabilita per ottobre è stata in seguito rimandata a gennaio: questo vuol dire che la data di aprile 2013 stabilita per mettere in vigore la legge potrebbe anche saltare...

 

Cosa pensano gli operatori...

In una intervista alla BBC1, Guy Mason portavoce della catena Morrisons, crede che il prezzo minimo sull'alcol punisca solo i consumatori responsabili. "Al momento l'alcol che i clienti acquistano alla settimana rappresenta solo il 10% della loro spesa nel carrello. I nostri clienti bevono seguendo le regole dettate dal governo; l'80% delle donne e il 75% degli uomini rispettano le unita' settimanali e non vediamo il motivo per cui bisogna bloccare le vendite che al momento sono oltretutto basse. Infine non c'e' nessuna evidenza pratica che correli l'attuazione di questa legge del governo alla diminuzione dell'abuso dell'alcol".

Anche Andrew Opie, del Consorzio British Retail, ha espresso il suo giudizio: "Il governo dovrebbe riconoscere piuttosto il valore della responsabilità personale del consumatore anziché interferire sulle regole del mercato come l'unico modo per garantire la salute pubblica". "Non c'è evidenza - aggiunge Miles Beale, amministratore delegato della Wine and Spirit Trade Association - che leghi il prezzo minimo alla misura più efficace per contrastare il cattivo uso di alcol".

 

...E i consumatori

In base a uno studio condotto da Kantar, azienda di analisi, la maggior parte dei consumatori in Inghilterra e Galles sono contrari al prezzo minimo. Secondo il sondaggio condotto da Lightspeed Research, il 57% dei consumatori hanno puntato il dito contro e di questi, il 59% sono uomini mentre il 55% sono donne.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)