Regole e limiti. Tre modi per risolvere una strage a puntate
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di BEPPE SEVERGNINI
Va bene che siamo la società dei consumi, ma buttar via la nostra gioventù sembra folle. Questa è la strage a puntate di una generazione. E noi stiamo qui a guardare. La notizia di Verona è tre volte orribile. È orribile perché tre ragazzi sono morti e altri due gravemente feriti; è orribile perché certe notizie arrivano sui media nazionali solo dalle tre vittime in su, nello stesso incidente; è orribile perché, nella tragedia, è un classico: ore 4,30 del mattino, uscita dalla discoteca, probabilmente un colpo di sonno. Pare che il guidatore fosse astemio. Ma l'alcol, insieme alla droga, ormai ubiqua (chiedete ai vostri figli, se vanno in discoteca) è la causa principale degli incidenti mortali. Secondo l'Istituto superiore di sanità, gli incidenti provocati da «conducenti in stato psicofisico alterato» corrispondono al 30% del totale dei sinistri, e gli incidenti stradali sono la prima causa di morte fra chi ha meno di 40 anni. Nel 2007 - ultimo dato disponibile - si sono contate 1.752 vittime di età compresa fra 18 e 34 anni e gli incidenti nelle notti del weekend, fra le 22 e le 6 del mattino, hanno provocato 621 morti.
Anni fa, per un programma televisivo, sono stato a Montebelluna (Treviso). Le strade tutt'attorno sono campisanti di croci-ricordo. Ogni anno viene proposto qualcosa, qua e là i numeri migliorano (in Romagna, nel Bresciano). Un progetto, ora alla sesta edizione, si chiama «Guido con Prudenza» ed è promosso dalla Fondazione Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) e dalla polizia stradale in collaborazione con il Silb (sindacato italiano locali da ballo). Francamente: ci vuol altro. Andate fuori da una discoteca alle quattro del mattino e guardate in che condizioni escono i ragazzi.
L'idea che uno di loro prenda il volante è agghiacciante.
Dopo molti anni e troppe arrabbiature, sono convinto che sia inutile aumentare e inasprire le norme. Basterebbe fare tre cose, però, per ridurre sensibilmente il problema.
1) Chiusura anticipata delle discoteche. L'idea di andare nei locali alla una o alle due di notte è un colpaccio commerciale: i ragazzi bevono a cena, bevono dopo cena, continuano a bere in discoteca ma i bioritmi degli uomini non sono cambiati. Alle cinque del mattino un organismo ha bisogno di dormire. Ovviamente questa proposta è stata osteggiata ferocemente dai proprietari dei locali. E noi siamo stati tanto deboli da arrenderci e tacere.
2) Una pattuglia della polizia davanti a ogni discoteca, con strumenti adeguati (etilometro, narcotest). Vengo dalla Francia dove bevono almeno quanto noi: ma né là, né in Gran Bretagna né in Germania esistono le stragi del sabato sera. Perché chi beve e guida sa che ha grosse probabilità di essere beccato e, in questo caso, la certezza di essere punito. L'Italia, con la sua aria da festa mobile, permette a ognuno di fare quello che gli pare e piace. I liberali della domenica sono contenti: ma c'è una differenza fra libertà e anarchia.
3) Rivedere e risistemare tutte le strade italiane. Segnaletica mancante, pessime illuminazione, manufatti pericolosi, barriere inesistenti (anche nella tragedia di Verona pare sia stata questa la causa determinante).
Certo: per pagare tutte queste cose occorre trovare i soldi. Ma sarebbero ben spesi. Non siamo irrecuperabili: guardate cos'è successo sulle autostrade dov'è bastato il sistema Tutor per rallentare i fanatici dei 180 all'ora.
Ma i governi italiani - tutti - non hanno cuore, testa e fegato per queste cose. Hanno in compenso una bocca enorme e parlano, parlano, parlano. Cosa contano i 31 morti sulle strade in questo fine settimana? C'è da discutere il «partito del sud» e le ronde, che hanno già cominciato a litigare fra loro.