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Relazione al Parlamento del DPA: reazioni e commenti

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Relazione al Parlamento del DPA: reazioni e commenti
Il Coordinamento Nazionale Comunita' di Accoglienza (Cnca)
critica i dati del governo sul consumo di droga e chiede la convocazione di un

tavolo per dare "risposte adeguate" ai problemi. "Anche quest'anno Giovanardi e il Dipartimento per le Politiche antidroga, con la Relazione

annuale al Parlamento, ci hanno comunicato una fotografia 'in-credibile', quella di un Paese in cui si riducono drasticamente i consumi di

sostanze: un milione di consumatori in meno in due anni e' un dato quasi impossibile da credere". Cosi' Riccardo De Facci, responsabile

Dipendenze del Cnca.
"Peccato - continua - che tutti gli altri dati in nostro possesso, da quelli Onu a quelli dell'Osservatorio Europeo di Lisbona, come le

valutazioni di tutti gli addetti ai lavori e, credo, di tutti i cittadini italiani, siano ben diversi. In verita', il consumo di sostanze

appare stabile ormai da qualche anno e, al di la' di qualsiasi speculazione politica, il numero dei tossicodipendenti in carcere resta

insopportabile e abnorme".
Per De Facci gli altri punti critici sono "le misure alternative nel complesso, il sistema d'intervento pubblico e del privato sociale ormai

al collasso e con risorse del tutto inadeguate. In 5 o 6 regioni - sottolinea - le comunita' chiudono, i progetti territoriali e di

prevenzione sono decurtati per il pesante taglio al Fondo nazionale per le politiche sociali e i progetti di reinserimento sono ormai un lontano ricordo".
De Facci punta il dito anche contro la legge Fini Giovanardi sulle droghe che "non ha raggiunto nessuno degli obiettivi per cui e' stata

approvata". Infine un auspicio: "la relazione sia un'occasione non tanto per uno sterile dibattito politico quanto per un confronto serio tra

addetti ai lavori".
"Pertanto chiediamo al governo, alle Regioni e a tutti gli attori del sistema di intervento, di incontrarci intorno a un tavolo per

ridefinire un quadro di risposte adeguato ai problemi che abbiamo di fronte", conclude l'esponente di Cnca.

I dati diffusi dal parlamento sul consumo di droga confliggono con quello che si osserva nella realta'. Lo sostiene Andrea Muccioli,

responsabile di San Patrignano, che ha criticato il rapporto presentato dal dipartimento guidato da Carlo Giovanardi che farebbe emergere un calo dei consumi.
'I dati - ha sottolineato con una punta di ironia Muccioli - che provengono a detta degli esperti del governo da non precisate ma

indipendenti fonti informative, appaiono a prima vista di difficile lettura e necessitano di un approfondimento.
L'osservazione della realta' quotidiana e le informazioni che San Patrignano raccoglie da oltre 20 associazioni che collaborano con la

comunita' non corrispondono a quanto descritto nel documento. I nostri centri, diffusi su tutto il territorio nazionale, fronteggiano ogni

giorno una diffusione del fenomeno esponenziale: ragazzi sempre piu' giovani, policonsumo di sostanze tra cui anche l'alcol, problemi di

carattere psichiatrico e di dipendenza che riguardano padri, figli e addirittura nipoti'.
Una situazione che, secondo Muccioli, emerge anche dalle numerose attivita' di prevenzione 'che realizziamo ormai da anni in tutta Italia.

Allo stesso modo le richieste d'ingresso in comunita' sono costanti se non in aumento, come le famiglie alle prese con questo dramma, mentre la vantata 'maggiore consapevolezza' del pericolo delle droghe che si legge nel documento, a noi che operiamo sul campo, non sembra proprio un dato consolidato'.
Cio' che invece e' evidente, secondo il responsabile di San Patrignano, e' 'la crescente e colpevole realta' di una societa' che fa finta di

non vedere e che, a volte, cerca di nascondere, l'emergenza educativa nella quale ci dibattiamo da molti anni. Il disagio e la solitudine

sempre piu' diffusi tra i giovani che osserviamo ogni giorno si manifestano con una sempre maggiore diffusione, accessibilita', abbassamento

dei prezzi e dell'eta' del primo approccio alle sostanze, trasversale a tutti gli stati sociali'.

'Bene i dati, ma guardia sempre alta'. Cosi' in una nota il presidente del Ce.I.S., centro italiano di solidarieta' 'Don Mario Picchi.

'Roberto Mineo, commenta i dati contenute nella relazione annuale presentata oggi al Parlamento dal Dipartimento per le politiche antidroghe della Presidenza del Consiglio dei ministri.
'Siamo confortati dalla diminuzione dei consumi, soprattutto fra i giovani, ma - continua Mineo - la nostra esperienza sul campo ci dice che

si sta drammaticamente abbassando la soglia di eta' di chi assume, per la prima volta, sostanze stupefacenti.
Nei nostri Centri, arrivano ragazzi di poco piu' di 13 anni che consumano droghe, un consumo che, abbinato sempre piu' spesso anche all'uso di alcol, dilaga in eta' liceale'.

"Giovanardi usa strumentalmente i dati" della Relazione al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti: lo afferma Franco Corleone,

segretario di "Forum droghe", una delle associazioni che ieri ha presentato un Libro Bianco sulla droga nel quale si chiede una urgente

riforma della legge Fini-Giovanardi.
"La legge sulla droga piu' vergognosa di tutta l'Europa" dice Corleone, che annuncia per settembre un "processo pubblico, in Parlamento, alla legge e ai cinque anni di sua applicazione e di relazioni al Parlamento".

Da Codacons e Articolo 32, associazione che tutela il diritto alla salute, arriva un apprezzamento ai risultati raggiunti nella lotta alla

droga contenuti nella Relazione al Parlamento diffusa oggi. "Sosteniamo e promuoviamo l'attivita' svolta dal sottosegretario alla Presidenza

del Consiglio Carlo Giovanardi e lo invitiamo a rafforzare la battaglia contro tutte le forme di dipendenza, come alcol o giochi", afferma in

una nota, Carlo Rienzi presidente Codacons.
"In particolare sul fronte delle dipendenze da gioco - sottolinea - condividiamo la necessita' di intervenire sulle pubblicita', bloccando

quelle che non spiegano i pericoli connessi agli eccessi e che non sono indirizzate a favorire un gioco responsabile".
Codacons e Articolo32 - prosegue la nota - criticano la possibilita' di introdurre scommesse, lotterie e altri giochi nei supermercati,

provvedimento che sarebbe previsto dalla manovra finanziaria del governo. Sarebbe "una scelta pericolosissima, perche' incrementerebbe le

dipendenze determinando inoltre un impoverimento dei cittadini, senza alcun controllo sui minori", conclude Rienzi.

"Anche questo Dipartimento crede ai dati delle Nazioni unite e dell'Osservatorio Europeo, in quanto sono gli stessi dati contenuti nelle

Relazioni al Parlamento inviate a queste istituzioni proprio dal Dipartimento e che vengono peró presentati al pubblico con un anno di

ritardo rispetto a quelli presentati oggi": il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio replica cosi' alle

associazioni che contestano i dati, forniti oggi, della Relazione annuale al Parlamento.
"I dati prodotti - precisa il Dpa - sono suffragati da indagini scientifiche accurate e realizzate da università di alto livello (come ad

esempio il Centro interdipartimentale di biostatistica ed bioinformatica dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata), indipendenti e

specializzate su indagini nel campo della droga, con numerosità campionarie elevatissime, (esempio, 32.389 studenti di età compresa tra i 15-19 anni) che non hanno pari in Italia. Le considerazioni e le conclusioni riportate nella Relazione al Parlamento non pervengono quindi da

'sensazioni o percezioni soggettive' ma da una precisa e puntuale osservazione quanto piú oggettiva possibile, integrando le informazioni

provenienti da tutte le varie fonti al fine di rappresentare una realtà che sia utile per programmare gli interventi".
"Come sempre - conclude la nota - questo Dipartimento è comunque aperto al confronto tecnico su dati oggettivi che attendiamo curiosi e

interessati, dopo le esternazioni che sono state fatte e che purtroppo risultano esclusivamente basate su percezioni e su preconcetti.

Riconoscendo che comunque persiste, al di là del calo dei consumi di droga, un'emergenza educativa che non va sottovalutata anzi seriamente presa in considerazione, invitiamo quindi tutti coloro che hanno dati alternativi, ricerche affidabili, indagini significative o qualsiasi altra forma di elaborazioni statistiche a presentarle e renderle note per discuterle apertamente con questo Dipartimento al fuori da facili slogan e pregiudizi ideologici".

Dichiarazione dei Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti e di Giulio Manfredi vice-presidente del Comitato di Radicali italiani.
"Come tutti gli anni, ma proprio tutti, Giovanardi si esercita nell'arte del dare i numeri, e li dà per come torna comodo alla propaganda del

suo dipartimento alla ricerca di inutili finanziamenti come quelli per la dozzina di siti web che gestisce. Occorre che la scientificità dei

dati prodotti dal rapporto al Parlamento venga, dal Parlamento, conosciuta nel dettaglio e dibattuta fin nell'ultima virgola anche per

svelare questa annuale presa in giro secondo la quale la relazione al Parlamento non viene mai discussa neanche dalle commissioni sanità e

giustizia ma meramente presentata alla stampa a Palazzo Chigi senza il minimo contraddittorio.
Ci piacerebbe poter dar ragione al Giovanardi che tutto va sempre meglio - sicuramente grazie a lui - ma purtroppo altre ricerche

indipendenti ci descrivono un contesto molto meno roseo e certificano il fallimento storico del proibizionismo. Sappiamo che Giovanardi non

si sottrae ai dibattiti, bene speriamo che esprima parere favorevole a un primo passaggio in commissione e poi un ampio dibattito in aula sul

SUO rapporto al "Parlamento".

Un'altra ode al Welfare caritatevole. Cosi' il commento del Sac Mimmo Battaglia - Presidente FICT.
Il sottosegretario Giovanardi ha iniziato la conferenza sulla relazione al Parlamento 2011 riportando un articolo dell'Unità di Pino

Arlacchi, che cita il sistema di contrasto alle dipendenze italiano come un modello all'avanguardia in Europa a cui molti Stati guardano con

attenzione e sembra quasi anche con ammirazione.
Si evince che nel triennio 2008-2010 il numero di consumatori di sostanze è del 25,7% in meno (consumatori stimati con assunzione negli

ultimi 12 mesi). In carcere si sostiene che siano diminuiti i tossicodipendenti. L'unico dato in aumento, a prima vista, è quello che

riguarda la richiesta di cura presso i servizi dei nuovi utenti: + 4,7%.
Tra le altre cose la relazione lascia intendere che per i temi dell'inserimento lavorativo e per la creazione dell'allerta rapida siano state

investite ingenti risorse economiche, per non parlare delle nuove campagne informative.
In tutto questo però vogliamo spostare l'attenzione.
Ci chiediamo, nessuno ne parla, qual è ad oggi il saldo dei trasferimenti alle Regioni per la voce sanità firmato con l'accordo tra il

Governo e la Conferenza delle Regioni per il triennio 2010-2012. Solo l'anno 2010 ha visto onorato il patto; per il 2011 si sa che le regioni

dovranno integrare con risorse proprie e per il 2012 siamo in attesa dell'esito della nuova finanziaria. La spesa sanitaria per le

tossicodipendenze è al di sotto dell'1% che è la spesa minima per la sopravvivenza dei servizi. A tutto ciò si aggiunga la cessazione dei

trasferimenti dei fondi dedicati alle politiche sociali che stanno soffocando i Comuni d‘Italia.
Non siamo esperti di grandi numeri ma una relazione così corposa non può evitare di confrontarsi con questi problemi reali. L'Italia se deve

essere fiera del suo sistema di trattamento lo può fare senza dimenticare che oggi le rette per una comunità terapeutica variano dai 38 euro

al giorno del Lazio ai 146 euro del Trentino. Molto spesso poi anche queste tariffe non trovano un corrispettivo pagamento in tempi giusti.

Molti operatori dei Centri federati alla FICT del Sud, terra della terza velocità, oramai non prendono stipendi da mesi e corrono il rischio

d'ingrossare le fila delle mense Caritas.
Comunque nessun problema altri tre anni di questi dati e parte del sistema di cura pubblico e privato farà parte dei capitoli di risparmi

dello Stato, semplicemente per il fatto che non esisteranno più drogati ma solo "consumatori" e quindi come tali ben condizionabili dalla

pubblicità progresso.
Noi siamo per uno stato sociale ed equo, giusto e trasparente dove pubblico e privato svolgano in collaborazione la loro funzione pubblica.

Il Welfare caritatevole ci riporta all'epoca dell'esercito della salvezza. Povero quello stato che per creare coesione ha bisogno di eroi.

Tratto da: "Lotta alla droga. Giovanardi relaziona al Parlamento"


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)