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Resveratrolo, un jolly per la salute?

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Resveratrolo, un jolly per la salute
Tanti gli effetti positivi della sostanza sull'organismo


Uno studio cinese rivela gli effetti benefici del resveratrolo su diverse malattie gravi, quali il Parkinson, l'Huntington, l'Alzheimer e l'ischemia cerebrale.


Il polifenolo presente all'interno della buccia dell'uva nera e di conseguenza anche nel vino rosso si è dimostrato in grado di migliorare le capacità di apprendimento e la memoria in un gruppo di ratti affetti da demenza vascolare, oltre a ridurre i livelli di malonildialdeide (MDA), a promuovere una maggiore attività della superossido dismutasi e maggiori livelli di glutatione nell'ippocampo e nella corteccia cerebrale.


I ricercatori della Zhengzhou University hanno pubblicato i risultati sulla rivista Nature Regeneration Research.


Ma il resveratrolo possiede anche un'azione protettiva nei confronti di malattie cardiologiche e diabete.
Per questo il vino rosso può diventare un buon alleato del nostro benessere, ma senza esagerare, anche perché per raggiungere la quantità efficace di questa molecola benefica, ossia 150 mg. al giorno, non è pensabile assumerlo attraverso il consumo di vino rosso.


La notizia è stata riportata da Cell Metabolism, grazie agli studi provenienti dai laboratori dell'Università di Maastricht (Paesi Bassi) in cui è emerso che l'assunzione di 150 mg di resveratrolo al giorno riduce processi di steatosi epatica, aumentando il consumo energetico, conseguentemente l'assetto glicemico migliora così come i valori della pressione arteriosa del sangue, soprattutto nei suoi valori massimi.

C'è un altro studio ancora più recente pubblicato sempre sulla stessa rivista che confermerebbe l'azione benefica del resveratrolo, suggerendone anche il meccanismo d'azione.

David Sinclair della Harvard Medical School ritiene che la sostanza agisce mobilitando le sirtuine, una famiglia di proteine che giocano un ruolo importante sui processi di invecchiamento, secondo altri ricercatori si potrebbe trattare di un percorso energetico separato che pur essendo anch'esso collegato ai mitocondri non comporta il coinvolgimento dei geni per le sirtuine.
Nathan Price e Ana Gomes, allievi di Sinclair, sono riusciti nel difficile compito di ingegnerizzare dei topi in cui il gene SIRT1 può essere silenziato a comando attraverso la somministrazione di tamoxifene.


Dopo aver silenziato SIRT1 in questi topi, i ricercatori hanno così verificato l'attività mitocondriale delle cellule attraverso l'utilizzo di basse dosi di resveratrolo, registrando l'assenza di miglioramento della funzionalità dei mitocondri. Viceversa, nei topi di controllo si poteva registrare un aumento considerevole della produzione di energia. Questo dato confermerebbe il coinvolgimento di SIRT1 nel meccanismo d'azione degli effetti del resveratrolo.


Sinclair ha osservato che "il resveratrolo è una molecola ‘sporca', così quando si somministrano dosi molto elevate, possono accadere molte cose. È normale che quando si studiano gli effetti di molecole si utilizzi la dose minima efficace dato che a dosi più alte esiste il rischio di colpire anche altri obiettivi. Ma per sfruttare i benefici sulla funzione energetica, serve SIRT1. Il nostro lavoro mostra che SIRT1 è in prima linea, qualunque sia la dose di resveratrolo".


Andrea Sperelli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)