Ricerca giapponese: il consumo di alcol aumenta il rischio di aritmie cardiache
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I forti bevitori rischiano molto più degli astemi che gli vengano diagnosticate anomalie del ritmo cardiaco o fibrillazioni
atriali.
L'analisi di 14 studi diversi, condotta dal team di ricercatori di Satoru Kodama, presso l'istituto di medicina clinica
dell'Università di Tsukuba, in Giappone, ha infatti trovato una correlazione tra l'abitudine a bere molto e l'incidenza di
fibrillazione atriale, un tipo di aritmia cardiaca.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology (JACC). I risultati della ricerca hanno
rilevato che chi beve molto ha ben il 51% di rischio in più di soffrire di patologie cardiache rispetto ai bevitori
occasionale, o agli astemi.
La percentuale poi cresce ancora ogni 10g di alcol ingerito.
Ma non pensiate che i forti bevitori siano gli alcolisti, secondo il Centro Controllo e Prevenzione Malattie, infatti,
possono essere categorizzati come forti bevitori le persone che si concedono una media di due o più drink al giorno, per gli
uomini, e uno al giorno per le donne.
La fibrillazione atriale è un disordine del ritmo cardiaco che può verificarsi raramente, occasionalmente o frequentemente.
Può durare solo per un breve lasso di tempo o essere permanente.
Dal "National Heart, Lung, and Blood Institute" dischiarano: "La fibrillazione atriale insorge rapidamente, la
disorganizzazione dei segnali elettrici porta l'atrio cardiaco a defibrillare, a contrarsi velocemente ed in modo
irregolare".
Le persone in cui questo si verifica possono avvertire come una scarica a livello del cuore, possono sentirsi ansiosi o
stanchi, avvertire dolore al petto, oppure non avere alcun sintomo.
Le raccomandazioni in conclusione di questa analisi affermano che in relazione alla fibrillazione atriale dovrebbe essere
raccomandata l'astensione dal consumare alcolici.
Questo genere di aritmia può essere trattata apportando qualche piccolo cambiamento nello stile di vita, oltre che con
farmaci specifici.
Le persone a cui viene diagnosticata possono condurre una vita normale e attiva, con le dovute accortezze.
Già nel 2004 questa correlazione era stata evidenziata da uno studio condotto in Danimarca da Lars Frost e Peter Vestergaard,
presso l'Aarhus University Hospital.
Gli studiosi avevano esaminato il rapporto fra il consumo di alcool ed il rischio di fibrillazione atriale fra i partecipanti
allo studio Danish Diet, Cancer, and Health Study.
Dopo avere considerato l'età, l'altezza, il peso, la presenza del vizio del fumo, ipertensione, colesterolo e livello di
formazione, il rischio di irregolarità atriali era risultato del 46 % più elevato fra gli uomini che bevevano più alcol,
rispetto a coloro che ne bevevano poco.
Per le donne, l'aumento del rischio era soltanto del 14%, quindi non significativo da un punto di vista statistico.
Tuttavia la differenza fra gli uomini e le donne in questo studio era probabilmente dovuta al fatto che gli uomini che bevono
alcol sono molti di più rispetto alle donne, e ciò ha reso il dato statistico di troppo scarso spessore.