Ricerca USA: allontanare la paura bevendo l'alcol avvicina alla dipendenza
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fonte: Neuroimage
L'alcol ha un effetto ansiolitico poiché agisce su un'area cerebrale critica per la percezione del pericolo e della paura,
l'amigdala. La ricerca si è recentemente interessata all'effetto acuto dell'alcol sul cervello, in particolare su un fenomeno
ancora poco conosciuto, ossia la reattività dell'amigdala quando la persona è di fronte a situazioni pericolose. Per
investigare quale meccanismo neurobiologico entra in gioco durante l'ingestione acuta di alcol, il team di ricerca del
Servizio di Igiene Mentale e il Dipartimento di Psichiatria dell'Università del Michigan (USA) ha sottoposto a fMRI ad alto
campo magnetico (3.0 Tesla) 12 volontari sani, adottando il compito "Emotional Face Assessment Task (EFAT)" secondo un
disegno sperimentale randomizzato doppio cieco (alcol versus placebo) ed esaminato la risposta neurale dell'amigdala a
stimoli socialmente pericolosi (visi di persone con espressioni di rabbia e paura). I risultati del test hanno dimostrato nei
soggetti che avevano consumato una notevole quantità di alcol una ridotta attivazione dell'amigdala durante la
visualizzazione del compito EFAT, che corrisponde a una diminuita reattività cerebrale a stimoli pericolosi (facce arrabbiate
o impaurite) e un'aumentata attività durante la visione di stimoli neutri. La ridotta attivazione dell'amigdala rappresenta
una risposta neurobiologica dell'effetto ansiolitico dell'alcol, mentre l'aumentata attività durante gli stimoli neutri
indica un'incapacità discriminatoria tra stimoli pericolosi e innocui. L'alcol è quindi in grado di modulare l'attività
neurale dell'amigdala poiché ha un effetto ansiolitico avvicinando le persone, con l'intento di ridurre i propri stati
emotivi negativi, a una vera e propria dipendenza dalla sostanza.
C.S. Sripada, M. Angstadt, P.McNamara, A. C. King, K. L. Phan. Effects of alcohol on brain responses to social signals of
threat in humans. Neuroimage in press