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Ricercatori firmano una petizione sul conflitto d'interessi dell'industria delle bevande alcoliche

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Petizione sul conflitto d'interessi dell'industria delle bevande alcoliche


Petizione, firmata da 18 ricercatori ed esperti nel campo dei problemi alcolcorrelati e controfirmata da una quantità di ONG, che sarà presentata all'OMS a breve.

Dichiarazione di preoccupazione


La comunità internazionale schierata sul fronte della Salute Pubblica risponde ai tentativi che l'industria globale dell'alcol sta facendo per implementare a suo modo la strategia Globale sull'Alcol dell'O.M.S.


Sommario
L'8 ottobre 2012, tredici fra i più gradi produttori di bevande alcoliche del mondo hanno pubblicato una serie di impegni che essi sono pronti ad onorare, in appoggio alla Strategia Globale sull'Alcol per la riduzione del bere dannoso dell'O.M.S. (2010).
Noi siamo una coalizione indipendente formata da professionisti impegnati per la Salute Pubblica, scienziati e ricercatori, Organizzazioni Non Governative, e abbiamo deciso di sottoporre questa Dichiarazione Pubblica di Preoccupazione alla Segreteria O.M.S. in risposta alle attività dei produttori di bevande alcoliche.


Considerando che i produttori non sono disposti ad appoggiare le politiche veramente efficaci sull'alcol, nonché la loro attitudine di male interpretare gli enunciati della Strategia, e la loro incessante opera di lobby contro le misure concrete che vengono proposte dal fronte della Salute Pubblica, noi crediamo che questi improbabili impegni, che essi hanno dichiarato di voler prendere, debbano ricevere una chiara risposta dalla comunità internazionale della Salute Pubblica.


Le nostre riserve possono essere così riassunte:
1) I 5 impegni dei produttori sono stati presi sulla base di premesse discutibili, come vedremo più avanti nel testo
2) Le azioni proposte nei 5 impegni sono deboli, raramente basate su evidenze scientifiche ed è altamente improbabile che riescano a ridurre l'uso dannoso dell'alcol
3) Le iniziative, che i produttori sostengono essere a supporto della Strategia dell'O.M.S., sembrano avere invece gravi limitazioni dal punto di vista della Salute Pubblica
4) I firmatari si rappresentano in un ruolo, nell'implementazione della Strategia, che in realtà non gli compete


Questa Dichiarazione richiama l'attenzione dell'O.M.S. e dei suoi vari Uffici Regionali perché chiariscano ruolo e responsabilità degli "operatori economici" nell'ambito della Strategia; perché mettano in atto politiche più efficaci sul tema del conflitto di interessi, e facciano attenzione ad evitare alleanze o partnerships con l'industria delle bevande alcoliche, sia direttamente sia attraverso le varie agenzie (sedicenti sociali) od altre organizzazioni che in realtà sono finanziate dall'industria.


Gli Stati Membri dell'O.M.S. sono sollecitati ad assicurare adeguate risorse per poter implementare politiche efficaci, basate su evidenze scientifiche ed indipendenti da influenze commerciali, siano esse dichiarate o ben dissimulate. Adeguate risorse dovrebbero anche essere assicurate per la ricerca e per la difesa dei diritti dei consumatori, senza che vi sia alcuna interferenza di interessi commerciali.
Inoltre, raccomandiamo che i produttori si astengano da iniziative di prevenzione del danno alcolcorrelato, di trattamento, di ricerca, nonché da attività relative alla sicurezza stradale, in quanto queste iniziative ed attività tendono ad essere inefficaci, servono piuttosto a migliorare l'immagine dell'industria, e fanno concorrenza ad attività similari portate avanti dall'O.M.S. e dalla comunità della Salute Pubblica.


Raccomandiamo anche che i produttori la smettano di opporsi alle politiche veramente efficaci, cioè quelle basate sull'evidenza, e che si trattengano dal lanciare prodotti innovativi che in realtà hanno un alto potenziale di abuso e che mirano soprattutto alla clientela giovane ed altri gruppi vulnerabili.


Infine, raccomandiamo che la comunità della Salute Pubblica si astenga dal fare ricorso a finanziamenti provenienti dall'industria, sia pure per scopi nobili quali la prevenzione, la ricerca o la diffusione di informazioni, e che essa eviti qualunque forma di associazione con programmi educativi promossi dall'industria, ed insista invece affinché l'industria aderisca alle politiche basate sull'evidenza.


La conclusione è che le attività dell'industria globale delle bevande alcoliche, sebbene apparentemente mirate a supportare la Strategia, in realtà compromettono il lavoro degli esperti di Salute Pubblica, della stessa O.M.S., dei suoi uffici regionali, e delle ONG che lavorano per ridurre il peso del danno socio-sanitario attribuibile all'alcol. Un'industria che produce prodotti non salutari, come le bevande alcoliche, non dovrebbe avere alcun ruolo nella formazione delle politiche, nazionali ed internazionali, che abbiano a cuore la Salute Pubblica.


Seguono 14 pagine di argomentazioni in dettaglio. La versione completa (in inglese) è disponibile sul sito della GAPA http://www.globalgapa.org/.


Il Comitato che ha formulato la Dichiarazione era formato dal Prof. Thomas F. Babor, USA, Prof. David Jernigan, USA, Prof. Peter Anderson, UK, Prof.ssa Sally Casswell, Nuova Zelanda, ed altri 14 fra scienziati ed esperti.
Libera traduzione di Ennio Palmesino


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)