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Ridurre i rischi dello sballo si può: un'esperienza svizzera

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Ridurre i rischi dello sballo si può
«Danno» ha ricevuto il sostegno prima dal DSS e poi dall'Ufficio Federale della Sanità Pubblica


LUGANO - L'abbiamo notato girovagando al Mystery Park, tre giorni di festival di musica elettronica tenutosi qualche settimana fa al Parco S. Grato a Carona. Uno stand colorato pieno di oggetti curiosi: oltre ai tappi per le orecchie, bottiglie d'acqua, opuscoli informativi sulle dipendenze, sulle sostanze legali e illegali, sui loro effetti, persino dei leccalecca... È stato in particolare questo prodotto dolciario destinato soprattutto all'infanzia a incuriosirci, invogliandoci a chiedere informazioni. La bancarella in questione era quella di «danno», progetto di Radix Svizzera italiana (associazione per la prevenzione delle dipendenze) sulla riduzione del rischio.


Ma cosa si intende per riduzione del rischio? Come si legge sul sito www.danno.ch: «Di fronte alla diffusione e alla banalizzazione dell'uso di sostanze stupefacenti, la politica della riduzione del rischio ha come obiettivo di contenere i danni per la salute dei consumatori». È semplice. Immaginiamoci di essere ad un rave party o in discoteca. In questi contesti, sventolare il dito e spiegare che la droga fa male potrebbe non essere l'approccio migliore visto che chi esce intenzionato ad assumere sostanze, difficilmente cambierà idea. Si tenta quindi di contenere i danni. Con il loro stand attrezzato, degli operatori sociali – affiancati dai volontari di «danno», giovani e formati – mettono a disposizione la propria esperienza, dispensano consigli, offrono strumenti per aiutare chi ha assunto droghe. Il leccalecca, ad esempio. Chi consuma certi tipi di sostanze stupefacenti, infatti, tende ad avere una mascella piuttosto irrequieta, ecco perché masticare qualcosa può rivelarsi molto utile. Dell'acqua per supplire alla disidratazione causata dal consumo eccessivo di alcol e droghe, nonché caffè e tè caldo per gli infreddoliti. C'è anche un lettino per chi ha bisogno di sdraiarsi un momento. E non finisce qui: se qualcuno vuole sapere il proprio tasso alcolemico, nello stand sono presenti degli apparecchi per misurare la percentuale di alcool nel sangue. «Danno» ha ricevuto il sostegno prima dal DSS e, a partire dal 2011, dall'Ufficio Federale della Sanità Pubblica.


Cosa lo distingue dalle altre attività svolte da Radix? Lo chiediamo al coordinatore, Guido De Angeli che spiega: «Noi siamo un progetto di Radix, ma nel complesso Radix si occupa di prevenzione primaria, ovvero evitare l'inizio del consumo o ritardarlo il più possibile. Il contesto dove noi ci inseriamo, la prevenzione secondaria con la riduzione del rischio, è un contesto dove il consumo c'è già, è un dato di fatto. Noi cerchiamo di evitare o ridurre le conseguenze negative legate a questo tipo di consumo».


Com'è nato il progetto?
«Iniziato in forma embrionale nel 2001, il progetto si è concretizzato intorno al 2006 quando gli organizzatori di un rave si sono rivolti a noi perché nell'edizione precedente del loro openair si sono resi conto del consumo diffuso di droghe e ci hanno chiesto di partecipare con uno stand informativo. Oggi cerchiamo di essere presenti in tutti i tipi di eventi dove la nostra presenza potrebbe risultare utile. Possiamo svolgere questo tipo di attività anche perché adesso le droghe sono diventate "sociali" quindi il consumo si palesa alle feste, è a scopo ricreativo. E non sono tanti i consumatori dipendenti: è più frequente incontrare persone che assumono droghe solo nei weekend oppure in occasione di eventi particolari. Ma non per questo sono immuni dai rischi».
Prima invece era molto diffusa l'eroina...
«Con l'eroina si cercava un altro modello di vita, l'estraniazione dalla società. Chi consumava questa droga si radunava nelle scene aperte. In Svizzera ricordiamo Zurigo (Platzspitz, Letten) tra le prime città a proporre un modello di riduzione del danno distribuendo sotto controllo medico siringhe pulite e metadone come terapia sostitutiva perché, nel caso dell'eroina, l'astinenza non era una soluzione immediatamente applicabile».


Come vi presentate?
«Cerchiamo di mimetizzarci nell'ambiente, tramite colori vivaci e opuscoli informativi rendiamo appariscente il nostro stand ed in questo modo le persone si incuriosiscono, si chiedono chi siamo e cosa facciamo: un approccio diverso dal distribuire i volantini all'entrata, che in certi casi potrebbe risultare poco utile se non addirittura invadente».


Cosa chiede chi si rivolge a voi?
«I giovani che riusciamo ad attrarre vengono per informarsi, per chiedere un po' d'acqua o per fare una pausa dalla festa, magari riposando le orecchie grazie ai nostri tappi. Poi ci sono molte altre persone che sanno già cosa offriamo. Inoltre, tramite il nostro sito Web, diffondiamo informazioni sulle sostanze analizzate dai nostri colleghi a Zurigo e a Berna per richiamare l'attenzione del consumatore sui prodotti di taglio o sulla contraffazione di alcune sostanze. Sono alcune centinaia le persone che ogni week-end vengono a visitare il nostro sito per consultare il database, che mettiamo a disposizione anche nello stand in modo che chi ha qualche dubbio possa cercare informazioni durante la serata. È bello vedere come i ragazzi ci ringraziano perché informandosi magari cambiano punto di vista, scoprono che una pasticca è più forte del previsto o causa altri tipi di effetti, oppure che il mix di alcool e cocaina produce una sostanza tossica per il cuore, il cocaetilene, la quale aumenta i rischi di infarto. A proposito di mix pericolosi, è molto importante mettere in guardia i giovani sui rischi legati a queste unioni di sostanze stupefacenti, poiché spesso la gente tende a sottovalutarli. Altro esempio: cocaina e MDMA? Seppur sia un mix in voga, va saputo che aumenta il rischio di danni cerebrali e sovraccarica il cuore».


A Berna e Zurigo esiste il «drug checking», in cosa consiste?
«È un'offerta gratuita e anonima per i consumatori di sostanze illegali che chiedono un'analisi per sapere cosa stanno per assumere, se la droga che posseggono è stata tagliata e con quali sostanze. Prendiamo il caso dell'ecstasy: da diverse analisi è emerso che circolano sostanze spacciate come ecstasy che però hanno effetti diversi e non di rado pericolosi.


(...omissis...)


Alberto Cellett


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.cdt.ch/primo-piano/approfondimenti/114897/ridurre-i-rischi-dello-sballo-si-puo.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)