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Riemergere dall'abisso dell'alcol

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Riemergere dall'abisso dell'alcol


Può capitare senza una ragione apparente, riconoscibile come sofferenza o disagio. Può capitare di riuscire a gestire l'alcolismo e mescolarlo alla quotidianità senza grossi problemi, anche per anni. Arriva, però, il momento in cui o si precipita nell'abisso per sempre o si decide per la svolta. Un scelta radicale che salva la vita ma non potrà mai cancellare i segni incisi nel corpo. Violetta Bellocchio (foto a lato), 34 anni e un passato di tre anni, tra i 25 e i 28, da alcolista, racconta i flash impressi sulla pelle come terrificanti tatuaggi nel libro 'Il corpo non dimentica', presentato ieri, 31 maggio, in Piazzetta Annonaria a Rovigo


Rovigo - Può capitare di bere un goccetto, così, per caso, quando si è poco più che adolescenti. E rifarlo il giorno dopo e avanti senza che la quotidianità del lavoro, i rapporti sociali, ne risentano in maniera eclatante. E' il percorso narrativo scelto da Violetta Bellocchio con il suo libro 'Il corpo non dimentica' di cui parliamo con l'autrice.


Perché scegliere di trattare l'alcolismo al femminile quando la società accetta solo icone di bellezza e fascino? " E' quello che mi è successo e ha segnato tre anni della mia vita. Una esperienza vissuta su cui ho preso appunti; una specie di saggio sulle abitudini distruttive delle donne. Poi il progetto ha preso corpo assieme alla mia disponibilità ad affrontare il giudizio del pubblico. 


Come e perché ha cominciato a bere? " E' iniziato come un disordine che cercava un sintomo. All'inizio si è trattato di un consumo banale, accettabile. A 25 anni è diventato innegabile e sono finita al Pronto soccorso; il giorno dopo, tuttavia, sono stata dimessa.


Che cosa ha determinato la svolta, la decisione di smettere e farsi curare? "il periodo peggiore è stato tra i 25 e i 28 anni. Una mattina mi sono alzata e ho trovato la porta di casa aperta perché la sera ero andata a dormire senza chiuderla e ho deciso di smettere.


Una esperienza registrata con onestà, quindi, fatta di coraggio e umanità. La può raccontare? "La decisione di parlare, raccontare tutti i passaggi è iniziata nelle pause della disintossicazione ma non è stata facile. La sicurezza che credevo di avere acquisito era turbata da pensieri, scene che si ripresentavano, crisi quasi di panico e una volta presa la decisione ho affrontato la cosa in grande isolamento, immaginando le reazioni negative dei lettori. Vivevo da sola ed ero indipendente, la scrittura rielaborava il periodo difficile che avevo vissuto. Naturalmente le persone che mi sono state vicine non compaiono e sono stati tolti alcuni passaggi dal testo originale. Tutto il resto è autentico".

Ci parli del titolo scelto per la pubblicazione, 'Il corpo non dimentica'. "La scelta è stata motivata sia dalla voglia di riprendere e conservare la memoria sensoriale di quello che è successo, sia perché è la frase di apertura di un libro che mi è molto caro".


Le reazioni del pubblico dopo la pubblicazione del suo libro? "Tanti si sono messi in contatto con me per dirmi cosa si prova, per ringraziarmi di avervi trovato un aiuto; altri per chiedere consigli che io non mi sento di dare, oltre a consigliare centri di disintossicazione.


I suoi progetti futuri? " per il momento mi dedico alla promozione di questo libro. Per l'autunno si profila un nuovo impegno, si vedrà".


(...omissis...)

 
Lauretta Vignaga


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.rovigooggi.it/articolo/2014-06-01/riemergere-dall-abisso-dell-alcol/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)