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Riflessi poco pronti, deficit visivi o uditivi e alcol: i problemi degli anziani alla guida

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Attenzione al nonno alla guida
Il 47% degli ultrasettantenni ha deficit nei riflessi e il 24% carenze nelle capacità di attenzione


Riflessi poco pronti, deficit visivi o uditivi e alcol: sembrano essere queste le cause che pregiudicano una guida sicura per gli anziani. Per la loro sicurezza e per diminuire l'incidenza di vittime al volante, servirebbero norme più rigorose per designare chi può rinnovare la patente.


In Italia, gli over 70 con patente di guida sono circa 3 milioni e l'80 per cento sono uomini. Di questi ben la metà, ovvero 1,5 milioni, rischia di essere coinvolto in un sinistro stradale con una probabilità del 16% maggiore rispetto agli adulti. Come se non bastasse, ogni anno muoiono al volante almeno tre anziani al giorno, di cui il 40% è ultra 75enne.


A lanciare l'allarme è una ricerca presentata durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) a Milano.


Nel dettaglio, l'indagine ha mostrato che il 47% degli anziani aveva deficit nei riflessi e nelle funzioni esecutive e il 24% carenze nelle capacità di attenzione. Il ha 15% deficit visivi, il 12% soffre di disturbi del sonno e uno su dieci eccede nel consumo di alcol. Va specificato però, che solo il 62% di loro guidava nel traffico e che uno su cinque percorre in media meno di 40 chilometri a settimana.


«Per guidare sicuri - ha spiegato il presidente Sigg Giuseppe Paolisso - è importante essere certi che vista e udito siano a posto, certo, ma soprattutto fare maggiore attenzione se si assumono farmaci che possono modificare in qualche modo percezioni e tempi di reazione . I dati più recenti - ha aggiunto Paolisso - indicano che forse tutto questo non basta, perché anche i piccoli deficit cognitivi possono aumentare il rischio di incidenti. Purtroppo questo aspetto è ben poco considerato e nelle visite per il rinnovo patente non esiste obbligo di valutazione dello stato cognitivo da parte di uno specialista, geriatra o neurologo o che abbia fatto corsi specialistici presso istituzioni qualificate a livello nazionale ».


Lo studio, condotto nei primi sei mesi del 2012 dai ricercatori delle università di Milano-Bicocca e Roma-Tor Vergata, hanno coinvolto alcune decine di pazienti del Dipartimento di Riabilitazione della Casa di Cura Ancelle di Cremona.


«Sarebbe opportuno - conclude Paolisso - prevedere specifici test che possano dare almeno un'idea del grado di reattività dell'anziano in presenza di stimoli cognitivi eseguiti appunto da medici specialisti qualificati con esperienza in questo settore e non da un medico inesperto. Questo consentirebbe di avere una valutazione complessiva più realistica e veritiera delle condizioni del guidatore ».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)