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Rischi e pericoli dell'ecstasy: intervista a Fabrizio Schifano

Rischi e pericoli dell'ecstasy: intervista a Fabrizio Schifano

ECSTASY, LO SBALLO CHE UCCIDE
Questa estate sarà ricordata per i tanti under 18 morti dopo aver assunto la droga sintetica

Sembrava caduta nel dimenticatoio, dopo il boom degli Anni ’90, invece quest’estate l’ecstasy è tornata di moda, tra i giovanissimi in cerca dello sballo, e a uccidere. In realtà mai definitivamente scomparsa dal mercato degli stupefacenti, l’ecstasy è stata protagonista anche delle cronache locali. A luglio una ragazza di 17 anni di Pordenone ha rischiato di morire dopo aver preso una compressa in discoteca a Lignano. “Tutte queste pasticche sono ricavate dalla famiglia di un solo prodotto, l’Mdma”, chiarisce Fabrizio Schifano, psichiatra e farmacologo all’Università di Hertfordshire, esperto internazionale di abuso di sostanze, che in regione ha tenuto alcuni corsi per operatori  sanitari.


Dalla seconda metà degli Anni ’80, l’ecstasy ha fatto la sua comparsa sul mercato, rivoluzionando il concetto di sballo...
“Tanto per cominciare non era una droga ‘da buco’ come l’eroina e si sposava bene con l’emergere della musica Techno. Negli Anni ’90, però, i primi studi hanno dimostrato i danni che provocava a medio e lungo termine. Danni di natura psichiatrica anche molto gravi e non reversibili”.


Come mai è tornata di moda?
“I motivi sono ignoti. Di certo si sa che la molecola è molto appetibile e che l’ecstasy che circola oggi è diversa e molto più potente di quella degli Anni ’90. La concentrazione di Mdma è quasi doppia rispetto al passato. Trent’anni fa, la drastica diminuizione della concentrazione di Mdma aveva reso il prodotto finale poco attraente per il mercato, determinando un calo di interesse da parte della criminalità nei confronti della sostanza.  L’arrivo di Internet ha, invece, rappresentato una ‘seconda vita’ per questa droga, la tempesta perfetta per la messa in commercio di prodotti simili a cocaina e Mdma a basso prezzo, ma chimicamente molto diversi dai ‘capostipiti’ e molto più pericolosi”.


Cosa c’è realmente in una pasticca?
“Chi assume ecstasy non può sapere realmente cosa ha preso. Per capire quante e quali sostanze contiene una pasticca si dovrebbe eseguire un’accurata analisi tossicologica. Potrebbe trattarsi anche di molecole consimili molto più pericolose e potenzialmente letali come la Pma, detta ‘Dr Death’, o la 4,4-Dmar, uno stimolante”.


Perchè si muore?
“Ognuno ha una metabolizzazione soggettiva e unica dell’Mdma. La presenza di livelli elevati di estrogeni facilita l’insorgenza di reazioni catastrofiche dal punto di vista medico, esponendo in particolare le ragazze a notevoli rischi. La reazione a catena fa insorgere in primis ipertermia, cioè un aumento della temperatura corporea, fino anche a 44°C. Il soggetto comincia a bere, ma non riesce a urinare, e così si innesca una serie di reazioni a catena che possono portare anche al decesso. Tecnicamente, però, non è corretto parlare di overdose se una persona assume una o due compresse di ecstasy. Questo quantitativo, infatti, non è tale da poter essere considerato un sovradosaggio. L’Mdma è diverso dall’eroina. Ciò che uccide è la tossicità del prodotto, che è letale a prescindere dalla dose. Se, poi, consideriamo che la sua assunzione è legata anche al consumo di alcol, cocaina e amfetamine, quello che otteniamo è un cocktail micidiale”.


Dove viene prodotto l’Mdma e quali sono le rotte dello spaccio?
“I Paesi dell’Est sono stati i primi produttori. Stiamo parlando degli anni a ridosso della caduta del muro di Berlino, quando era considerato un business redditizio a basso costo. Oggi, invece, la produzione si è spostata in Olanda, mentre la capitale delle nuove droghe sintetiche è Hong Kong, in Cina. L’acquisto avviene tramite siti Internet o direttamente in discoteca, dallo spacciatore, perché il legame d’origine tra ecstasy, musica e mondo ricreazionale non è mai venuto meno”.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.ilfriuli.it/articolo/Salute_e_benessere/%E2%80%9CEcstasy,_lo_sballo_che_uccide%E2%80%9D/12/146351


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)