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Rivotril, la nuova droga di strada

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Rivotril, la nuova droga di strada
Prima l'ipnotico, poi la rapina
Il farmaco sarebbe alla base di episodi di delinquenza
Costa poco e prende piede tra i più emarginati
La nuova frontiera delle droghe di strada si chiama Rivotril. Ed è uno psicofarmaco. Una banalissima benzodiazepina (la categoria di  ansiolitici, antiepilettici etc...) che non costa nulla, si reperisce facilmente e, associata all'alcol, produce effetti molto simili a quelli dell'eroina. La comprano quelli che l'eroina non possono permettersela, spesso insieme a un bel cartone di Tavernello, che poi, ipnotizzati, simili ad automi, delinquono - scippi, rapine, furti - per risvegliarsi qualche ora dopo in carcere o in una cella di sicurezza chiedendosi cosa mai ci facciano lì dentro. I riscontri della larga diffusione dell'uso improprio di questo psicofarmaco si trovano negli archivi delle forze dell'ordine, in quelli del Sert (il servizio per le tossicodipendenze dell'Ausl di Bologna) e, da due giorni, anche in quelli dei giornali locali bolognesi. È di martedì scorso, infatti, la notizia dell'arresto da parte dei carabinieri di un sardo residente a Zola Predosa che spacciava Rivotril in piazza XX Settembre. Ne aveva con sé 37 pasticche. I militari spiegano che non si tratta di un caso isolato.
DROGA E DELINQUENZA - Stando alle informazioni in possesso degli uomini del nucleo operativo dell'Arma, quelli che tutte le notti battono le zone «calde» del centro storico a caccia di spacciatori, il Rivotril ha preso piede negli ambienti delle tossicodipendenze più ai margini. Non perché sia di moda, ma perché costa pochissimo, certamente meno di una dose di eroina. E dal «calarsi» 20-30 pasticche di Rivotril bevendoci su del vino o un altro alcolico a buon mercato al commettere un reato il passo è breve. Lo sanno le «gole profonde» dei carabinieri. E lo sanno gli operatori dell'unità di strada del Sert, che hanno sempre più spesso a che fare con persone - uomini e donne, giovani e meno giovani - «fatte» di benzodiazepine. Salvatore Giancane, coordinatore dell'unità di strada del Sert, è uno dei massimi espertidi tossicodipendenza a Bologna. Soprattutto di quella più disperata, la tossicodipendenza delle persone più povere, come homeless e immigrati. Conosce bene il fenomeno Rivotril, conseguenze penalmente rilevanti comprese. «Ricordo una nostra paziente che, obnubilata dalla benzodiazepina e dall'alcol, scippò un'anziana in via Guerrazzi facendola cadere - racconta - dopo lo scippo scappò per trenta metri e poi si fermò. Si sedette in strada per vedere cosa ci fosse nella borsetta. Naturalmente i cittadini la accerchiarono, qualcuno la picchiò e altri chiamarono i carabinieri. Fu arrestata, crollò in carcere e il giorno dopo non sapeva perché si trovasse lì». Uno dei tanti episodi legati all'assunzione di questa sostanza.
«PRESCRIZIONI FACILI» - Una droga, sì, ma non nuova, precisa Giancane. «Il problema delle benzodiazepine è sempre esistito - spiega - prima c'erano il Roipnol, poi il Tavor e il Minias. Ora c'è il Rivotril, un preparato un po' diverso di cui si abusa perché è l'unico psicofarmaco esentato di questo tipo». Ecco come funziona: «Viene prescritto con una certa generosità dai medici di base, preso in farmacia a costo zero e poi spacciato per strada», spiega Giancane. Non è un caso, dunque, che i pusher di Rivotril siano soprattutto italiani e molti loro acquirenti siano extracomunitari. Preso con l'alcol questo farmaco diventa una bomba. «Come l'eroina», prosegue Giancane. E allora come contrastare questa piaga? «Le restrizioni su psicofarmaci come il Roipnol in passato hanno solo spostato il consumo su nuovi preparati. Quello che serve è soprattutto una buona informazione e molti controlli, soprattutto da parte dei medici di base».
Amelia Esposito


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)