Rockfeller University di New York: dipendenza da nicotina
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Ecco allora il perché della voglia, della dipendenza, del desiderio che 'uccide' la capacità di smettere di fumare. La
nicotina viene esaltata da una proteina presente nel cervello e che funziona come le tossine presenti nel veleno dei
serpenti.
Anche questa scoperta è frutto delle ricerche condotte presso la Rockfeller University di New York, dove un'équipe ha
studiato una proteina (lynx1) dotata di un'azione simile a quella del veleno dei serpenti. Le tossine che i cobra rilasciano
con il loro morso si legano ai recettori ACh della nicotina, presenti nel muscolo, e li inibiscono. Questi recettori sono
responsabili della contrazione muscolare di risposta a stimoli nervosi.
Gli esperti USA hanno scoperto, negli esperimenti sui topi, che proprio questa proteina simile al veleno ha un ruolo
importante nella risposta dell'organismo alla nicotina, modulando la funzione del recettore Ach. Il meccanismo d'azione della
nicotina - l'ingrediente delle bionde che più da' assuefazione - è comunque molto più complesso di quanto finora ipotizzato.
A fare luce contribuisce un altro studio, dell'università di Chicago, che fa notare come la concentrazione di nicotina
rilasciata da una sigaretta sia ''talmente alta da inattivare i recettori specifici in pochi secondi''; la domanda su cui si
incentra l'attenzione dei ricercatori è capire che cosa 'risvegli' i neuroni facendo loro secernere dopamina: proprio alla
produzione di dopamina è legato il piacere prodotto da una sigaretta. Si è dimostrato che la nicotina si lega anche ai
recettori di un'altra 'rete' di neuroni che influenzano l'attività di questi produttori di dopamina.
E' questo il meccanismo alla base, secondo i ricercatori, della persistente e prolungata sensazione di piacere 'accesa' dalla
sigaretta.
Il risultato di uno studio condotto sui topi pubblicato nell'edizione on line di "Pnas" nel dicembre 2008 suggerisce che
bloccare un recettore di neuropeptidi nel cervello può essere la strada per ridurre rapidamente il desiderio di una
sigaretta.L'Hypocretina-1, o Orexina A, una breve catena di aminoacidi che si trova nel tessuto nervoso, sembra avviare una
serie di reazioni biochimiche strettamente collegate, che conduce i topi di laboratorio a desiderare ardentemente la
nicotina, l'additivo chimico presente nel tabacco.
"Arrestare i recettori dell'hypocretina-1 - afferma Paul Kenny del Scripps Florida Research Institute - non solo fa
decrescere la motivazione al consumo di nicotina nei topi, ma ne elimina anche gli effetti stimolatori sul cervello. Ciò
suggerisce che l'hypocretina-1 gioca un ruolo chiave nell'indirizzare il consumo di tabacco nei fumatori che desiderano più
nicotina. Bloccare questo recettore significa dunque aiutare le persone a smettere di fumare".
I danni prodotti dal fumo delle sigarette sono pesanti: solo negli Stati Uniti provoca circa 440mila decessi all'anno e
incide sulle spese sanitarie per circa 160 miliardi di dollari ogni anno. Solo il 10% dei fumatori che smettono di fumare
riesce a resistere senza sigarette per più di un anno.