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Roehampton University: l'alcol falsifica la simmetria dei visi e non fa vedere i difetti

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Basta un drink per vedere le persone più belle

Gli scienziati svelano il segreto del «beer goggles»:l’alcol falsifica la simmetria dei visi e non fa vedere i difetti

Cos’è la bellezza se non una questione di simmetria e di armonia delle parti? E’ da questa verità, già sancita dalla filosofia greca antica (si pensi a Plotino), che parte la spiegazione dell’espressione anglosassone beer goggles, ovvero occhiali della birra, per intendere quell’obnubilazione che ci fa vedere tutto più bello dopo una sorsata di alcool. E’ spesso associata all’immagine del maschio ubriaco, ma pare che questi occhiali deformanti si trovino ancor più spesso nel gentil sesso se alterato dall’alcol e soprattutto finalmente è stato svelato il motivo scientifico della loro esistenza.
FALSA SIMMETRIA - L’alterazione visiva di chi alza troppo il gomito viene spiegata molto bene da un recente studio britannico e pare sia tutta una questione di asimmetria non riconosciuta. Secondo i ricercatori della Roehampton University infatti dopo aver bevuto qualche bicchiere le persone tendono a giudicare più belli e attraenti gli esponenti dell'altro sesso e il fenomeno sarebbe dovuto al fatto che l'alcol falsifica la simmetria dei visi, rendendo più difficilmente percepibili i difetti e creando quindi un'immagine più gradevole di chi ci sta davanti.
LO STUDIO - I ricercatori hanno sottoposto un campione di cento persone (sia uomini che donne) alla visione di immagini di volti in parte simmetrici e in parte no, chiedendo di attribuire un punteggio ai visi in base al tasso di avvenenza e armonia. Una quota delle facce proposte ai volontari erano state ottenute assemblando i volti di individui diversi e dunque erano evidentemente disarmoniche. Tra i volontari vi erano persone che avevano bevuto alcuni drink di vodka tonic e altre che avevano bevuto bevande dal gusto molto simile ma analcoliche. A questo punto mentre gli ultimi dimostravano di riconoscere prontamente le facce disarmoniche, i primi (quelli alticci per intenderci) non segnalavano alcuna capacità di individuare l’asimmetria dei volti, attribuendo punteggi alti anche a visi palesemente asimmetrici.
CONSIGLI UTILI – Inutile spiegare che sarebbe bene diffidare del proprio giudizio su persone conosciute in situazioni di alterazione, a meno che non si voglia incorrere nel rischio di ritrovarsi cattive sorprese da sobri e scoprire visi decisamente sgradevoli che si ricordavano belli. Come spiega Lewis Halsey, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, «le persone dopo aver consumato alcol non riescono a riconoscere la mancanza di simmetria e rischiano di prendere delle cantonate estetiche». Ma quello della Roehampton University non è il primo studio a indagare la spiegazione degli «occhiali della birra», senza accontentarsi della generica verità secondo la quale l’offuscamento alcolico priva l’essere umano di un’adeguata e trasversale capacità di giudizio critico. Un precedente studio della Bristol University parlava addirittura di un innescamento automatico dell’effetto beer goggles al mero pensiero di un bicchierino, spiegando che gli “occhiali” agiscono anche sui componenti dello stesso sesso. Pare addirittura che gli uomini coinvolti in questo esperimento tendessero a giudicare armoniose immagini a loro sottoposte dopo una semplice suggestione alcolica: bastava loro vedere scritte parole correlate all’alcol per trovare bello anche un volto che sembrava uscito da un quadro di Picasso. Mentre leggendo termini come “caffè” o “aranciata” i volontari ritrovavano il senno, individuando al volo i visi belli e distinguendoli da quelli brutti. In realtà ulteriori ricerche hanno sfatato queste esagerazioni poco realistiche. Basta pensare comunque al Narciso di Caravaggio per riconoscere che la bellezza intrinseca nasce proprio da un’armonia delle parti. E basta ricordarsi di non alzare il gomito per essere sicuri di saper riconoscere quella bellezza obiettiva e imparziale. Dopodichè è sempre vero il detto che non è bello quel che è bello, ma è bello ciò che piace. L’importante però è essere sobri.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)