Roma, alcol sì, alcol no. La sfida del sindaco: «Ordinanze e divieti restano in vigore»
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Alcol sì, alcol no. La sfida del sindaco: «Ordinanze e divieti restano in vigore»
Nonostante la sentenza della Consulta che le dichiara illegittime, il Comune continua ad applicare lo stop ad asporto e
consumo dopo le 23. Weekend di controlli
ROMA - Ritorna la «movida» primaverile (anche se le temperature si sono un po' abbassate), ritornano le notti all'aperto a
Campo dei Fiori e nelle piazze del centro storico: ma dopo le 23 niente vendita di alcol al di fuori dei locali. Resta L'
ultima ordinanza del sindaco, scattata il primo aprile, infatti, recita: è vietato somministrare o vendere bevande alcoliche
per l'asporto o il consumo fuori dei locali dalle 23 fino alla chiusura degli esercizi. E resta in vigore, nonostante la
Corte Costituzionale abbia dichiarato la parziale illegittimità del «pacchetto sicurezza» (2008), proprio per quanto concerne
i super poteri affidati dal Viminale ai cosiddetti sindaci-sceriffo.
«Perchè per noi il decreto che consente ai sindaci di approvare provvedimenti contro pericoli che minacciano la sicurezza
urbana resta valido fino a che non sarà emanata la circolare interpretativa della sentenza della Consulta», spiegano in
Campidoglio.
COORDINAMENTO FORZE - Alemanno ha garantito che, nonostante la decisione Consulta che reputa illegittime le ordinanze emesse
dai sindaci «al di fuori dei casi di contingenza e urgenza», i divieti restano in vigore, compreso quello anti-alcol. Non
solo. Il sindaco ha chiesto anche «il coordinamento tra le varie forze di polizia» per evitare di vanificare il contenuto
dell'ordinanza.
«La nostra linea è questa - spiega il delegato alla Sicurezza, Giorgio Ciardi -. Continuiamo ad applicare queste ordinanze in
attesa di una nota esplicativa da parte dell'Avvocatura dello Stato». Anche perché, prosegue, «uno degli elementi che ha
portato della bocciatura della norma, era la "non temporalità" di queste ordinanze, tutte quelle emesse da Roma Capitale
hanno tempi certi (quella anti-alcol scade il 30 giugno). Siamo in attesa di capire come eventualmente modificare tali
ordinanze accogliendo i termini della sentenza. Ma per il momento rimangono in piedi».
Un ragazzino romano beve una birra fuori da un locale del centro (Ansa)
LE AREE OFF LIMITS - La serrata sull'alcol non vale però in tutta la città. La sua efficacia riguarda i luoghi della movida
sia centrali che periferici: alcol off limits dopo le 23 dal centro storico a Trastevere, Testaccio, e poi Monti, San
Lorenzo, Pigneto, quindi le zone di Stazione Tiburtina, piazza Bologna, zona Ostiense, Saxa Rubra e Ponte Milvio.
«Riteniamo come amministrazione che privare i sindaci dello strumento dell'ordinanza di questi tempi arrechi un danno alle
politiche di sicurezza urbana - prosegue Ciardi -. Così, in attesa di un complesso normativo più stabile, riteniamo utile
continuare a utilizzare lo strumento dell'ordinanza».
Si apre dunque un nuovo week end di controlli nelle zone della movida. «Continuiamo con i controlli così come ci chiedono i
cittadini - conferma il delegato alla Sicurezza -; continueremo ad essere vigili sul divieto di vendita di alcol a tarda
sera».
Una cameriera mostra l'ordinanza di Alemanno che vieta la vendita di alcolici a tarda sera (Jpeg)
UN DRINK PER STRADA - Venerdì scorso, l'8 aprile, erano state sanzionate dai vigili otto persone, sette italiani e un
francese, che sorseggiavano i loro drink in strada. Altri tre li aveva multati la polizia. Così si va avanti con i controlli
serrati. Anche se le associazioni dei consumatori, come il Codacons, la pensano diversamente: le multe non hanno alcun valore
dopo la sentenza della Consulta.
Si apre così un limbo di incertezza in cui le persone multate preferiscono aspettare di pagare sperando che la situazione si
chiarisca: tanto più che la sentenza non riguarda solo l'ordinanza anti-alcol ma anche quella anti-lucciole, l'anti-borsone o
l'anti-lavavetri (che, in realtà, da tempo sono tornati ai semafori).
«LE BIRRE ABUSIVE DEI NAPOLETANI» - «Dissi subito che queste ordinanze erano anticostituzionali - afferma Liborio Pepi, della
Confesercenti -. E come esercente non posso essere d'accordo con queste ordinanze: bisogna prevenire non reprimere. Del
resto, siamo noi stessi a stare attenti: abbiamo sempre dato ordine di non servire alcol alle persone già alticce e ai minori
dei 16 anni. Ma poi ci sono gli abusivi, come i napoletani che vendono in strada le birre a 2 euro, mentre noi non possiamo.
Anche se rispettiamo l'ordinanza, ci sono gli abusivi».
Confersercenti chiede dunque di «colpire chi veramente non ha la licenza in regola». E per l'opposizione in Campidoglio le
ordinanze non hanno ormai alcun valore. «Avevamo sempre sostenuto che erano inefficaci - afferma il capogruppo del Pd nell'
assemblea capitolina, Umberto Marroni - e le avevamo criticate perché inutili. Tant'è vero che prostitute e lavavetri erano
presenti anche con le ordinanze in vigore. Adesso sono state annullate dalla sentenza della Consulta, quindi sono nulle».
Lilli Garrone