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Roma: l'alcol diventa sfrenato, e la movida si fa selvaggia

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L'alcol diventa sfrenato. E la movida si fa selvaggia
A Campo de' Fiori e Trastevere venditori di «shot» in strada Tavolini e treppiedi di menù fuori dagli spazi autorizzati


«Prego», e un ragazzo poco più che ventenne ci allunga un volantino pubblicitario che parla chiaro: «Uno shottino, 1 euro...birra + shottino 4 euro», con tanto di nome del locale. Siamo in pieno centro storico, a due passi da Campo de' Fiori, dove la bevuta libera sembra la cosa più normale del mondo. Si arriva perfino ai messaggi indirizzati direttamente agli studenti stranieri dove l'alcol, neanche a dirlo, fa da padrone. Mentre arrivavamo in piazza abbiamo incrociato un paio di venditori abusivi con una cassetta piena di bottiglie di superalcolici, ci siamo fatti largo nelle stradine del centro tra tavolini all'aperto chiaramente al di fuori dello spazio autorizzato, menù treppiedi grandi come lavagne posizionati in modo da far passare una persona alla volta e i «soliti» buttadentro che quasi ti tirano per la manica pur di farti scegliere il locale dove lavorano. Non certo una bella immagine per il cuore di Roma, letteralmente assediato dai turisti in queste calde sere d'estate. Non bastano divieti né ordinanze, peraltro non rinnovate, da quelle sul pub crawl (il giro a dove si beve di più nei locali), all'anti vetro, all'anti panino, all'anti-alcol contro gli schiamazzi.


La sensazione è di un certo «fai da te» che con il decoro ha ben poco da spartire. Le stesse scene viste in centro si ripetono a Trastevere, ancora shottini liberi a pochi euro, tavoli abusivi, bottiglie di vetro lasciate ovunque. Non sempre colpa di chi beve quando siamo costretti a constatare, ad esempio a piazza Santa Maria in Trastevere, che i cestini sono strapieni e che nessuno li svuota o che fuori dai locali, in zona, ci sono enormi macchinari che dovrebbero smaltire il vetro ma che non funzionano da secoli. L'amministrazione Alemanno ha tentato più volte di porre un freno a tutto questo, spinta soprattutto dall'insistenza dei residenti che gridano allo scandalo di un centro storico abbandonato a se stesso. E allora ecco i divieti e le ordinanze, che sono stati ben lontani dal produrre risultati. Fallito anche il tentativo dei protocolli d'intesa con le associazioni degli esercenti.


L'ultimo, il progetto di Campo de' Fiori per una movida responsabile, con un'azione informativa contro l'abuso di alcol e la pulizia della piazza a carico degli esercenti. Iniziativa che, nonostante le promesse del Campidoglio, è stata tutt'altro che diffusa in altre piazze. «Siamo molto delusi di come sono andate le cose e delle promesse che ci erano state fatte dall'amministrazione - spiega Fabio Mina, presidente della Lupe (ex Riprendiamoci la notte), capofila di quel progetto - continuiamo ad essere in prima linea contro ogni forma di abusivismo e chiederemo subito un incontro con la nuova giunta, quando sarà formata, per fornire il nostro contributo». Lultimo regalino della passata amministrazione agli esercenti, cioè il via libera ai menù treppiedi per promuovere l'attività, ha prodotto il caos visibile per le strade per l'«approfittarsi» di qualche operatore, mentre lo stop ai limiti per i tavolini imposto dal piano di massima occupabilità delle piazze Navona, Pantheon, Campo de' Fiori, Santa Maria in Trastevere dalla stessa giunta che poi lo ha tolto, ha rimesso tutto in discussione sul tema. «Il vero problema è l'abusivismo che si lega alla mancanza di decoro - chiosa Nazzareno Sacchi, presidente della Fipe-Confcommercio - e diciamolo chiaro, se un esercente onesto ha di fronte a sé un locale che non rispetta le regole è spinto a comportarsi male anche lui perché si crea una concorrenza sleale». La palla passa ora al nuovo sindaco.


Damiana Verucci


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)