Roma: Movida al volante? Multa col buio
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Roma - Le diverse forme di trasgressione che contraddistinguono i comportamenti umani, fin da quando la mitologia egizia la evocava come Nut o la tradizione classica come Nyx, hanno sempre trovato un perfetto habitat temporale nella notte, sicuro refugium di tutti i peccati e di tutti i delitti. Anche dopo lo sviluppo dell'illuminazione artificiale nelle nostre città, le ore notturne sono sempre state quelle in cui l'uomo ha cercato di valicare i limiti morali e legali che gli impone la società. La quale però - lentamente ma inesorabilmente - sta sbriciolando l'arco temporale nel quale l'illecito o lo «strappo», il proibito o lo sballo, trovano la loro zona franca. Come in un film di Rodriguez&Tarantino, Dal tramonto all'alba tutto - almeno una volta - era permesso.
Fino a che al divertimentificio è subentrato il divietificio, una fabbrica legislativa che sforna a ciclo continuo proibizioni, limiti e controlli, imbrigliando nei lacci di un rigido coprifuoco normativo i tentacoli trasgressivi dell'ormai sempre più addomesticata dea Nox.
Soltanto negli ultimi mesi, nel tentativo - paradossale come l'ossimoro linguistico che lo esprime - di «immobilizzare la movida», le amministrazioni comunali, da Milano a Roma, hanno promulgato leggi e leggine progressivamente più severe contro la prostituzione, lo spaccio, gli schiamazzi, la vendita e il consumo di alcool nelle ore notturne - tutti provvedimenti più che leciti; ma anche contro l'assembramento nei parchi, il take-away, l'uso delle bottiglie di vetro, l'apertura delle discoteche, i decibel nei concerti e persino i cornetti notturni - tutti provvedimenti perlomeno sospetti. Dopo la mezzanotte, massimo l'una, è difficile non solo trasgredire ma anche solo divertirsi.
Ora, provvedimento logicamente conseguente alla calata anticipata delle saracinesche sulla nostra vita metropolitana, anche il codice della strada imbocca la stessa prudente direzione. Il provvedimento appena approvato, all'interno del tanto discusso pacchetto-sicurezza del Governo, che inasprisce le sanzioni per le violazioni al codice stradale, conosce oggi, per la prima volta, l'introduzione dell'«aggravante notturna». Vera e propria novità per il nostro ordinamento, una lunga serie di infrazioni subiranno una stangata amministrativa se commesse nella fascia oraria compresa fra le 22 e le 7 del mattino. Dalla guida in stato di ebbrezza al superamento del limite di velocità, dal passaggio col rosso all'inversione del senso di marcia - tutti casi in cui la ratio della legge appare chiara - fino alla dimenticanza dei documenti di viaggio o il mancato rispetto delle distanze di sicurezza - tutti casi in cui la ratio diventa un po' più oscura - i comportamenti illeciti «in notturna» costeranno da un terzo alla metà in più rispetto alle vecchie sanzioni. Le multe, al buio, saranno molto più salate.
Alcol, kebab, sesso, rumori e guida pericolosa. Ribaltando una tradizione culturale millenaria secondo la quale tutto ciò che è trasgressivo di giorno, di notte - allentati i vincoli morali e sociali - lo è un po' meno, oggi ormai tutto ciò che è proibito, quando cala la sera lo diventa ancora di più. Le ore piccole sono sempre di meno, le restrizioni notturne sempre più strette, il livello di tolleranza sempre più basso. Facendo calare un doveroso (?) buio e un altrettanto necessario (?) silenzio su ogni tentativo di disubbidienza da parte di una società per altri versi ampiamente permissiva. Che tutto può fare, dire e vedere alla luce del sole. Ma la notte no.