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Roma: movida, la rivolta dei residenti

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Movida, la rivolta dei residenti. "Comune farsa": ora class action


Il coordinamento dei residenti "città storica" dichiara guerra al Campidoglio: "I provvedimenti contro l'abuso di alcool e il protocollo con i commercianti valgono meno di un'aspirina per un malato grave". E inviano una diffida al sindaco, alla Regione Lazio e al ministero per la Salute: "Di fronte al comportamento dell'amministrazione comunale, sorda ad ogni appello e sollecito che non venga dagli esercenti, non resta altro che chiedere l'intervento della magistratura"


Sabato, 13 ottobre 2012 - "Sulla questione dei provvedimenti contro l'abuso di alcol siamo alla farsa. Roma Capitale si appresta a stipulare con gli esercenti un protocollo d'intesa che non avrà alcun valore normativo né la forza e la legittimità di una delibera o di una ordinanza: meno di un'aspirina per un malato grave. L'ordinanza antialcool è scaduta il 30 settembre, ma per il momento tutto tace e questa pantomima è servita finora solamente a non rinnovare nessun provvedimento di controllo sull'abuso di alcol in cambio di nulla". Così una nota del coordinamento dei residenti della Città Storica.


"Ma ritorniamo agli inizi di questa pantomima - prosegue il comunicato - Il consigliere Ciardi ed il presidente della Commissione Commercio Ugo Cassone, che hanno predisposto il protocollo d'intesa, hanno inteso recepire le istanze delle associazioni di categoria ignorando le ragionevoli ed articolate proposte delle associazioni dei residenti che non sono state nemmeno esaminate: nell'incontro del 24 settembre u.s. i rappresentati comunali si sono presentati solo per comunicare l'esistenza dell'intesa con le associazioni di categoria e null'altro. Si è trattato dell'ennesima promessa ai residenti, pubblicamente pronunciata e subito disattesa: era stato pomposamente annunciato un tavolo tecnico per redigere piani di zona (peraltro inutili), invece resta solo l'accordo con gli esercenti. Il risultato è che nessuna regolamentazione per l'orario di vendita di bevande alcoliche verrà emanata, nè con ordinanza né con delibera o altro provvedimento stabile nel tempo".


"Le misure previste nel protocollo, il cui adempimento non è obbligatorio per nessuno, sono risibili; hostess e steward che distribuiscono volantini nelle piazze e davanti ai locali: una farsa - sottolineano i residenti - Peraltro un protocollo di identico contenuto fu sottoscritto nel 2010, mai applicato e comunque senza ottenere alcun risultato. In mancanza di qualsiasi misura di prevenzione, gli episodi di degenerazione della movida non potranno che ripetersi ed aumentare: nessuno potrà più arginare risse, tour alcolici, episodi di teppismo, incidenti stradali. I consiglieri Ciardi e Cassone dovrebbero ben riflettere sulle enormi responsabilità che si sono assunti. Il sindaco ed i suoi collaboratori hanno sommato a quanto sopra ulteriori pesanti responsabilità: il problema dell'abuso del consumo di alcol non è solo una questione di ordine pubblico ma anche materia attinente alla tutela della salute dei cittadini. 'L'alcol è causa di morte di milioni di persone ogni anno nel mondo, ma anche di patologie,e di danni ad altri. Non va dimenticato che il consumo nocivo di alcol rappresenta ormai uno dei quattro fattori di rischio, assieme a fumo, dieta scorretta e sedentarietà, per i principali gruppi di patologie non trasmissibili: malattie cardiovascolari, tumore, malattie polmonari croniche e diabete'. Ed è evidente a tutti come ormai in interi rioni del centro di Roma, in particolare nei fine settimana, migliaia e migliaia di persone soprattutto giovani, adottino comportamenti legati al consumo di alcol dannosi alla loro salute: le conseguenze ed i costi sociali che ora non emergono rischiano di essere enormi e pesantissimi nell'immediato futuro.


Di fronte al comportamento dell'amministrazione comunale, sorda ad ogni appello e sollecito che non venga dagli esercenti, non resta altro che chiedere l'intervento della magistratura".
Il Coordinamento RCS "notifica una diffida per class action al sindaco di Roma Capitale, affinché provveda entro 90 giorni ad emanare provvedimenti di regolamentazione degli orari e della vendita di bevande alcoliche; provvedimenti che lo stesso Ministero dello Sviluppo ha suggerito con la Circolare n.3644/C del 28.10.2011, che il Piano OMS contro l'abuso del consumo di alcol ha raccomandato e che la Regione Lazio con Direttiva del 28.12.2011 ha sollecitato".
La diffida viene notificata anche alla Regione Lazio ed al Ministro della Salute perché, in caso di inottemperanza da parte del Comune di Roma Capitale, esercitino i loro poteri di surroga ed intervento nonché attivino le loro competenze e prerogative in materia di tutela della salute dei cittadini.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)