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Roma: prosegue la campagna "Vino e Giovani" di Enoteca Italiana

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"Io vengo da una famiglia di quattro fratelli, ma ho sempre sospettato che mio padre avesse un quinto figlio: il vino. Non

per ubriachezza, ma nei momenti di aggregazione della nostra famiglia, dove non c'era racconto senza un bicchiere di vino

davanti. Quando i miei figli hanno sentito per la prima volta il profumo del vino si sono emozionati. La mia generazione

spiega poco cos'è il vino.
Si beve, punto. Senza spiegare cosa c'è dietro, mentre invece il vino deve tornare ad essere un alimento "vivo" nelle nostre

tavole". Parola dell'attore Beppe Fiorello, testimonial oggi a Roma di "Vino e Giovani", la campagna di educazione alimentare

e comunicazione ad hoc per le nuove generazioni di Enoteca Italiana e Ministero delle Politiche Agricole, alla Facoltà di

Economia dell'Università degli Studi "Tor Vergata", dove si è parlato non solo di vino in quanto voce fondamentale dell'

economia italiana, ma soprattutto come elemento del "gusto di vivere" tipicamente italiano, capace di influenzare la società,

e di cui i giovani rappresentano la nuova leva competitiva del futuro perché a loro è affidato il ruolo di esportarne la

cultura nel mondo.
E per raggiungere i giovani e trasmettere loro prima di tutto l'importanza del consumo consapevole e moderato di vino "il

modo migliore è affidarsi alla cultura - spiega il presidente di Enoteca Italiana Claudio Galletti - e in questo senso è più

facile parlare con loro, perché il vino acquisisce così anche il valore di senso di appartenenza come simbolo di un

territorio e delle sue tradizioni, non può essere una trasgressione, ma è un moderno veicolo della qualità della vita".
"Il vino non è solo una delle principali voci dell'economia italiana - sottolinea Adriano Rasi Caldogno, capo Dipartimento

Politiche Competitive del Mondo Rurale e della Qualità del Ministero delle Politiche Agricole - e nemmeno solo una bevanda

alcolica tout court, ma un alimento che porta con sè una cultura, che fa parte della nostra tradizione mediterranea. Bere con

moderazione, con attenzione, nei momenti di convivialità e cultura, appunto, è un elemento del nostro "gusto" e piacere di

vivere, che è poi il nostro modo di rapportarsi con il cibo".
E ad indicare quale può essere il ruolo dei giovani per il futuro del mondo del vino è Paola Paniccia, direttore Master

Economia e Management delle Attività Turistiche e Culturali della Facoltà di Economia dell'Università "Tor Vergata": "quello

del vino è un tema che può essere letto da diverse angolazioni. Ma anche in una visione di insieme, trasversale e globale -

sottolinea - non è una realtà isolata nello sviluppo dei fenomeni economici e sociali, perché capace di influenzare il nostro

stile di vita. Le nostre produzioni fanno il made in Italy e per chi studia management questo è un concetto fondamentale".

Per Paniccia, "allo stesso tempo il vino è ambasciatore della cultura di un territorio e del popolo che vi abita. La crisi

economica ci ha dimostrato che oggi servono sempre più "ricette" alternative per valorizzare territori e prodotti. Questo è

il ruolo dei giovani e questo rappresenta la nuova leva competitiva del futuro. Il ruolo dei giovani - conclude - è

fondamentale per esportare la cultura del vino nel mondo. Il valore economico è importante, ma lo sono anche e soprattutto

quello delle persone e dei progetti".