338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Roma: viaggio nella notte con i City Angels

alcol alcolista dipendenza giovani alcolismo

I volontari dell´associazione distribuiscono pasti caldi, indumenti e coperte ai senzatetto che dormono sui marciapiedi. Il caso di Ostiense. Una rissa sedata in extremis


La Repubblica 22 ottobre 2009

È riverso sui gradini che portano alla metro, due cartoni semivuoti di "Castellino" accanto, l'ago della flebo conficcata nel polso, lo sguardo perso, annebbiato dall'alcol. Sono le 22, il giro dei "City Angels" è appena iniziato e Bassirou, un senegalese di 25 anni che si sta velocemente uccidendo a forza di vino e notti all'addiaccio è già qui, dopo l'ultima fuga dall'ospedale. «Ehi, la vuoi capire che la devi piantare? Tirati su» gli dice Kaos, coordinatore del gruppo romano, al secolo Simone Coltellesi, giovane dirigente di un'impresa edile, mentre gli si inginocchia accanto. L'altro risponde con un farfuglio incomprensibile, mostrando i quattro denti che gli restano. Inizia una lunga trattativa, tra risate e pacche sulle spalle: un panino in cambio di uno dei cartoni, una sigaretta per l'altro e alla fine l'africano si incammina sorretto da "Brave" e "Stella" che lo tengono per le braccia. Vista da dietro, la scena sembra quella di un arresto. In realtà è un gesto d'amore: Bassirou, traballante e balbettante, viene accompagnato fino al lungo corridoio del terminal Ostiense, sistemato su un paio di coperte accanto a un connazionale che dice di essere suo fratello, rifocillato, coccolato, salutato con l'ennesima, inutile, raccomandazione: «Non bere, mi raccomando....O almeno bevi che così finisci male».
Bentornati all'hotel Disperazione, il ventre molle di una capitale che nessuno, sembra, riuscirà mai a trasformare in un posto civile, tra gli accampamenti degli afgani, i crocicchi dei bengalesi, i giacigli degli indiani, i rifugi di tanti italiani senza casa, senza futuro che miseria, abbandono, follia o eroina hanno sbattuto su questi marciapiedi. C'è il falegname che a 25 anni non trova da dormire e si accampa tra tossici e prostituti allo sbando, c'è l'indiano col foglio di espulsione che si sbraccia per l'ingiustizia "Dove vado? Dove vado io? A morire?» ci sono gli arabi dalle ossa peste e dagli occhi liquidi che s'illuminano quando uno dei volontari in giubbotto rosso e casco celeste li saluta con un "salaam aleikum" e rispondono cortesemente "walekum assalam wa barkatahu" toccandosi la fronte, le labbra e il petto nel più cerimonioso gesto di cortesia. «La nostra arma è il sorriso» pontifica "Kaos" mentre guida la piccola squadra di volontari in formazione operativa: lui e il suo vice in testa, i partner (i due city angels meno esperti) al centro, gli "scudi" dietro a controllare eventuali pericoli. C'è "Sole", una deliziosa signora che lavora alla presidenza del consiglio madre di tre figli, "Morgana", una brunetta con un sorriso contagioso, "Aisha" giovane attrice, "Stella", sposata da poco, tutti con la voglia di fare qualcosa per gli altri, anche calandosi in questo inferno. Quando, per il solito motivo di accaparrarsi il maglione più nuovo o la porzione più abbondante, sta per scoppiare una rissa, "Kaos" e "Brave" intervengono senza alzare un dito, sfoderando sorrisi, diplomazia, calore umano e, anziché a bottigliate, finisce in un abbraccio. Se qualcuno cercava le ronde, ha sbagliato di grosso. Le ronde non abitano qui.