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Rovereto (TN): divertirsi anche senza alcol

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Divertirsi anche senza alcol
A "Na festa per tuti" successo per le bevande a base di frutta
PAOLO TRENTINI
ROVERETO. Da consumatori di alcolici a baristi alcol free sperando in una Rovereto più viva e tollerante. Riccardo Pellizzari e Giorgio

Sannicolò da due anni fanno parte di Stay Alternative, il progetto nato per sensibilizzare i giovani e per promuovere uno stile di vita che

possa prescindere dal consumo di bevande alcoliche. I consigli li hanno avuti da un barman professionista, poi hanno cominciato a muovere i

primi passi e imparare i segreti del mestiere direttamente dietro al bancone alle serate organizzate periodicamente dal gruppo. Recentemente,

a "Na Festa Per tuti" nel piazzale della Sacra Famiglia, hanno distribuito mojito, spritz, piña colada e caipiroska senza aggiungere una sola

goccia di alcol agli ingredienti dei cocktail: «Sono stati molto apprezzati - esordisce Riccardo - in particolare la piña colada, realizzata

sostituendo il rum con sciroppi alla frutta. Ne avrò preparati più di 50 per i ragazzi. Il motivo? Il principale è la curiosità di provare le

bevande, poi una volta provata e apprezzata un'altra la si prende volentieri». Il resto lo fa il costo: la pina colada al bar costa 5-6 euro,

per bere quella analcolica ne bastano due. «Ho lavorato - continua Riccardo - per 5 anni nelle discoteche e qualche esperienza nel settore

l'ho fatta». A questo ci ha aggiunto un corso di 12 ore col servizio di alcologia provinciale assieme agli altri 50 ragazzi di Stay

Alternative. Poco alla volta, nei tre anni di sperimentazione, il progetto comincia a dare i suoi frutti dopo numerose serate nei bar

roveretani. Quest'anno sono una cinquantina i ragazzi che hanno fatto il "corso di formazione" proposto dagli educatori dei Laboratori del

Fare.
Il successo sta nella cosiddetta "peer education" ovvero il messaggio non imposto dagli adulti ma condiviso con gli amici della stessa età,

ma anche in un approccio più soft: «Il segreto - continua - pensiamo risieda nel non essere eccessivamente bacchettoni. Non vogliamo dire

"non dovete bere", noi proponiamo un metodo, una serata alternativa a quella che solitamente è entrare in un bar e bere alcolici fino a stare male». La chiave è costruire un evento come un concerto e contornarlo con giochi a premi e altre attività per chi non fosse coinvolto dalla musica. Un metodo che avrebbe ancor più successo se a Rovereto venissero meno i vincoli di orario: «Purtroppo - continua Riccardo - la città offre poco, pur non mancando le persone che si danno da fare. Se avessimo l'opportunità di fare una serata alcol free fino alle una o alle due il nostro messaggio sarebbe ancor più efficace. Invece, finita la festa, va a finire che i partecipanti tornano a bere alcol, e si ammassano nei pochi locali rimasti aperti, che magari hanno clienti completamente diversi. Perché alle 23.30 la serata, spesso, è appena iniziata».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)