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Russia, giro di vite contro la vodka: sarà vietato venderla dopo le 22

Russia, giro di vite contro la vodka: sarà vietato venderla dopo le 22

È partita la campagna delle autorità russe contro la bevanda nazionale e i superalcolici, che uccidono mezzo milione di russi

ogni anno. Il municipio di Mosca ha annunciato il divieto di vendite notturne di vodka e superalcolici nella capitale russa.

«Dal 1 settembre la vendita al dettaglio di bevande con un contenuto di alcol etilico superiore al 15% sarà proibito dalle 22

alle 10» ha precisato il municipio. «È un'ottima iniziativa che consentirà di ridurre il carico alcolico sulla popolazione»

si complimenta il capo del servizio di tossicologia, Evgeni Briune, che però osserva che tutti i divieti, compreso quello

posto da Mikhail Gorbaciov negli anni Ottanta, sono stati infranti e tutti i limiti sul consumo di vodka violati.
Gli esperti avvertono che l'approccio restrittivo rischia semplicemente di alimentare il commercio illegale, aumentando il

numero delle vittime degli alcolici adulterati venduti sul mercato nero. Nell'epoca sovietica si poteva sempre comprare una

bottiglia di vodka nascosta sotto il cappotto di un tassista, ricordano i moscoviti. Il 6 agosto è entrata in vigore la norma

in base alla quale gli automobilisti non hanno diritto neppure a una minima goccia di alcol nel sangue. «Sappiamo bene come

si comincia a bere: prima un bicchierino, poi due, tre e dopo si parte» aveva detto a fine 2009 il presidente Dmitri

Medvedev. Secondo gli automobilisti, la misura non farà che moltiplicare e ingrossare le mazzette ai poliziotti della

stradale.
L'alcol uccide mezzo milione di persone l'anno in Russia e si ripercuote sull'aspettativa di vita degli uomini (60 anni

secondo l'Oms) inferiore a quella di paesi poveri come Bangladesh e Honduras, secondo le stime ufficiali. Per gli esperti

occorrerebbe piuttosto aumentare il prezzo della vodka, ma le autorità temono di scontentare al popolazione. Il prezzo minimo

di una bottiglia standard da mezzo litro è fissato per legge a 89 rubli, poco più di due euro. Inoltre più della metà dei

superalcolici consumati sono prodotti in nero e il prezzo «è di 30,35 rubli», spiega Alexander Nemtsov, direttore

dell'istituto di psichiatria di Mosca e specialista di alcolismo. Nella città di Novomoskovsk (200 chilometri a sud di Mosca)

«a 100 metri dai cancelli di una grande fabbrica, le donne vendono bicchieri di alcol industriale diluito che portano in

taniche da 20 litri: 8 rubli (20 centesimi di euro) il bicchiere» ha raccontato alla radio Echo di Mosca.
«Nell'epoca sovietica lo stato aveva il monopolio, oggi i soldi vanno in tasca ai produttori che fanno funzionare i

laboratori clandestini la notte producendo vodka non tassata. È un sistema talmente diffuso che è praticamente impossibile

intervenire» dice Nemtsov. Medvedev ha ammesso l'anno scorso che le iniziative prese dal governo negli ultimi anni per

diminuire il consumo di alcolici hanno avuto un risultato «nullo». E Nemtsov nota che nessuno dei 36 progetti depositati in

primavera sulla lotta all'alcolismo è stato approvato in seconda lettura dalla Duma, controllata dal partito di governo

Russia unita.