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Russia: migliora la qualità dei vini

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Buon vino di Russia
Denis Puzirev, Russia Oggi

 

Russia e vodka, d'accordo. Ma Russia e buon vino? Fino a poco tempo fa, la Federazione non avrebbe mai scomodato grandi intenditori enologici, per via dei vini di scarsa qualità prodotti in epoca sovietica. Ma la situazione sta cambiando.


In Russia, fino a pochi anni fa, quando un turista ordinava del vino, gli veniva servita una bottiglia importata o vini dolci e semidolci di dubbia qualità, in stile sovietico. Quattro quinti dei vini prodotti oggi in Russia sono ancora varietà semidolci di scarsa qualità, a base di concentrato.


Fortunatamente, è in aumento anche il numero di vini russi di qualità superiore, con uve coltivate in casa o prodotti con uve francesi e d'importazione, mediante tecnologie enologiche moderne.


Alla fine del 1950, secondo l'Istituto internazionale del vino, l'Urss occupava il quinto posto mondiale per espansione dei vitigni e il settimo in volume di produzione di vino.


Mentre la maggior parte del territorio russo non è adatto alla coltivazione della vite, i climi più caldi delle regioni di Krasnodar e Rostov, vicino al Mar Nero, sono ideali per la produzione di vini che potrebbero benissimo competere con le migliori etichette europee.


La coltivazione della vite nella regione del Caucaso, nel Sud della Russia, risale a prima dell'Antica Grecia. L'industria del vino iniziò a svilupparsi seriamente in Russia nel tardo XIX secolo, quando lo zar Alessandro II e i nobili, amanti della bevanda, importarono alcune tecniche di vinificazione francesi.


Questa tradizione subì tuttavia una battuta d'arresto in epoca sovietica, quando i russi iniziarono a consumare e a prediligere vini semidolci e frizzanti. Attualmente, molti russi non amano i vini secchi perché li considerano troppo acidi. Stalin, di etnia georgiana, fece il possibile per promuovere questa tradizione.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)