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Salute del bambino ed esposizione alcolica

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Salute del bambino ed esposizione alcolica
L'uso di alcol costituisce un significativo fattore di rischio per la salute pubblica che investe non solo l'età adulta ma anche l'età

pediatrica. Infatti, l'esposizione all'alcol può essere "subìta" dal nascituro durante la vita fetale e può essere "scelta" dall'adolescente

in conformità a modelli sociali e comportamentali. Gli effetti sono comunque molto rischiosi per la salute fisica e mentale del futuro adulto

e quindi dell'intera società. In un articolo pubblicato sul numero di Novembre della rivista Medico e Bambino (www.medicoebambino.com) la

dott.sa Rosanna Mancinelli dell'Istituto Superiore di Sanità, riporta una panoramica molto precisa sul problema del possibile danno da

esposizione alcolica.
I punti salienti dei rischi associati all'esposizione dell'alcol per il nascituro possono essere così riassunti:
- Si registra un'abitudine all'alcol sempre più diffusa tra le donne; questo, per ciò che concerne la gravidanza, comporta un maggiore

rischio statistico di un ampio spettro di danni al feto dovuti all'alcol (Fetal Alcohol Spectrum Disorders= FASD) sino al danno meglio

definito e più severo, di sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome=FAS).
- Il danno non è dose-correlato, e a tutt'oggi non si conosce un limite di assunzione "sicuro", raccomandabile.
- Tutto è correlato alla capacità e rapidità di metabolizzazione dell'alcol attraverso vari sistemi enzimatici che sono mediamente più

efficaci nell'uomo rispetto alla donna, e nell'adulto rispetto al bambino.
- Uno studio epidemiologico italiano su una coorte di 543 bambini indica una prevalenza di FAS dello 0,4-0,7% e una prevalenza di anomalie

fisiche comportamentali attribuibili a FASD 5 volte superiore, entrambi valori più alti rispetto ad analoghe ricerche effettuate in altri

Paesi.
- Se le donne scelgono di bere in gravidanza, non dovrebbero superare una, al massimo due unità alcoliche (1 UA=12 g di alcol) a settimana

senza con questo avere garanzia di non trasmettere alcun rischio di danno al nascituro.
I danni del bambino associati all'esposizione all'alcol durante la gravidanza sono variabili e a volte molto seri e riguardano: ritardo di

crescita pre e post-natale; difetto di crescita o morfologia cerebrale con anomalie strutturali del cervello; circonferenza cranica piccola;

presenza di due o più anomalie facciali minori tra rime palpebrali brevi, labbro superiore sottile, filtro lungo e piatto.
Le anomalie cognitive e/o comportamentali riguardano la difficoltà nella soluzione di problemi complessi, astrazione, giudizio, matematica.

Compaiono inoltre un basso livello evolutivo del linguaggio espressivo e recettivo, labilità emotiva, disfunzione motoria. Il rendimento

scolastico è scarso, e spesso l'interazione sociale è difficile, con manifestazioni di aggressività.
I rischi associati all'esposizione dell'alcol in età pediatrica possono essere così riassunti:
- L'OMS raccomanda di non consumare alcolici sotto i 16 anni di età, in quanto l'organismo adolescente è fisiologicamente più vulnerabile

all'alcol. Oggi però si comincia a bere sempre prima: in Italia l'età media del primo consumo di alcol è 12 anni, il valore più basso della

UE. Studi recenti riportano la comparsa di patologie correlabili a consumo di alcol in età pediatrica soprattutto tra le ragazze.
"Il danno pre e post-natale è sicuramente multifattoriale, e l'alcol etilico agisce insieme a fattori individuali e ambientali che ne

modulano la risposta patologica. Per questo - conclude la dott.sa Mancinelli - indicare una dose di alcol "sicura" per tutti e per tutte le

gravidanze è quantomeno imprudente".
Mancinelli R. SALUTE DEL BAMBINO ED ESPOSIZIONE ALCOLICA. Medico e Bambino 2011;30:565-570
Per ulteriori informazioni: [email protected]; [email protected]


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)