San Benedetto (AP): allarme alcol tra i giovani
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Si abbassa ogni anno di più l'età media dei consumatori
San Benedetto. Nessun rispetto per se stessi, nessuna paura di farsi male e tutto intorno tanto, troppo alcol. In Riviera si inizia a bere anche a quindici anni. Si esce sempre di più, si torna sempre più tardi, anche se si è poco più che adolescenti.
Si affollano i bar e i ritrovi più alla moda, quelli dove se ti sballi non dai nell'occhio, anzi. Le abitudini, quelle cattive, arrivano sempre più in maniera orizzontale, vale a dire attraverso il giro di amicizie, e non sempre meno a livello verticale. Vale a dire che la famiglia ha sempre meno voce in capitolo.
Così accade che a quindici o sedici anni si inizia a fare abuso di alcol. E non delle "due birrette" da bar, ma anche e soprattutto di cocktail superalcolici che, a quell'età, lasciano il segno e spesso si trasformano nell'anticamera di altre e più pericolose sostanze, soprattutto per chi, come i giovanissimi, a tutto pensa fuorché a patologie e prevenzione.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tanto per cominciare è raddoppiato il numero di persone sorprese alla guida in stato di ebbrezza (giovani per la quasi totalità), e ancora, si è abbassata, e in maniera assolutamente drastica, l'età di chi inizia ad avvertire patologia legate all'abuso di alcolici.
"Se si inizia a bere a quindici anni - spiega il direttore del Sert sambenedettese, il dottor Claudio Cacaci - gli effetti si vedono già a 30-35 anni". E non si parla di problemi di poco conto. Gli effetti a lungo termine rischiano di essere tanto più devastanti quanto prima si inizia ad abusare: "Prima di una certa età - spiega Cacaci - l'organismo non ha gli enzimi per metabolizzare l'alcol. Questo per gli uomini, e peggio accade per le donne".
L'uomo infatti, superati i 17 anni, sviluppa quegli enzimi sia nello stomaco che nel fegato.
"Le donne no - spiega Cacaci - tutto il compito della metabolizzazione delle sostanze alcoliche grava soltanto sul fegato. Immaginate quanti danni possa provocare tutto ciò".
Il direttore del Sert sambenedettese non usa mezzi termini, paragona l'abuso di alcol all'uso di eroina, e anzi sottolinea: "L'alcol è più pericoloso della droga. Non uccide soltanto chi ne fa un uso sconsiderato, ma rischia di eliminare anche chi non c'entra nulla e si trova sulla strada di chi guida ubriaco. E ogni giorno, purtroppo, leggiamo sui giornalini fatti simili".
E all'aumento dell'emergenza in tal senso, è legata la creazione di un supporto psicologico, indirizzato proprio alle dipendenze e in particolar modo all'alcol, che l'Asur ha istituito e che viene diretto dalla psicologa Paola Apolloni.
emidio lattanzi