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San Benedetto (AQ): alcol e droga, giovani sempre più a rischio

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San Benedetto - Giovanissimi a rischio dipendenze patologiche. Con un particolare allarme per quanto riguarda i consumi di

alcool e cocaina, ingiustificatamente sottovalutati in quanto "fenomeni che vivono nel sommerso".
Diciotto, diciassette e persino sedici anni, infatti, le età in cui si comincia ad assumere sostanze, stupefacenti o no, ma

che comunque, come l'alcool, determinano pericolosissime dipendenze. In cima alla classifica delle sostanze più utilizzate e

pericolose, come sempre, l'eroina, il cui consumo, negli anni, non ha mai accennato a calare. Non meno inquietanti, però, il

consumo di cocaina e l'abuso di alcool che, per contro, hanno conosciuto una sensibile impennata. In particolare negli ultimi

tempi. Anche, se non soprattutto, tra i più giovani.
Forte preoccupazione, in proposito, è espressa dal dottor Claudio Cacaci, direttore del Servizio territoriale dipendenze

patologiche (Stdp) di Zona 12 dell'Asur. "L'eroina si conferma in cima alla classifica delle sostanze più utilizzate e

pericolose, seguita, però, a ruota, dalla cocaina - dice - Il consumo della cocaina, invece, è, per certi versi, un fenomeno

ancora più allarmante. Ciò, in quanto è vissuto nel sommerso ed è sottovalutato dagli stessi assuntori i quali, ignorando di

essere dipendenti, negano il problema e si illudono di poterne uscire in qualunque momento. La realtà, invece, è ben altra.

Si tratta, infatti, di una sostanza pericolosissima e dagli effetti devastanti".
Non meno preoccupante, d'altra parte, il consumo di alcool che, sostiene sempre il direttore del Stdp, "Al pari dell'uso di

cocaina vive nel sommerso come il coccodrillo nell'acquitrino, avanza in maniera devastante e abbraccia tutte le fasce d'età,

comprese le più giovani". Attualmente, presso il servizio di Zona 12, sono in terapia alcolisti di mezza età o, in qualche

caso, già anziani. I più giovani, però, sostiene Cacaci, "Stanno già seminando". Ciò, in quanto il percorso che porta alla

vera e propria dipendenza da alcool è lungo ma inesorabile.
"I danni derivanti dall'uso di alcool sono gravissimi, tanto a breve che a lungo termine, ma sembra che di ciò non ci si

renda conto - prosegue - la pubblicità, dal canto suo, invita al consumo delle bevande più disparate e i giovani cedono alle

tendenze della moda senza rendersi conto che stanno tagliando il ramo su cui sono seduti".
Una presa di coscienza da parte di tutti, dunque, è quanto si auspica per poter affrontare un fenomeno subdolo ma

sottovalutato. La consapevolezza, infatti, conclude Claudio Cacaci, è fondamentale per uscire dalla dipendenza patologica,

ciò in quanto, affinché il percorso terapeutico sia pienamente efficace, è necessario che l'utente sia d'accordo, convinto e

motivato. I buoni risultati, d'altro canto, per il locale servizio non sono mancati. Ultimamente, poi, l'intervenuta

integrazione pubblico - privato con le comunità terapeutiche del territorio, ha assicurato importanti collaborazioni per

ottimizzare l'attività del servizio.
Olga Piergallini