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San Diego State University: giovani americani sempre più ansiosi e depressi

San Diego State University: giovani americani sempre più ansiosi e depressi

 Giovani americani sempre più ansiosi e depressi negli ultimi 80 anni

In un libro l’analisi delle condizioni psicologiche dei giovani statunitensi dagli anni Trenta in avanti. L’ipotesi dell’autrice: «La solitudine e la società fondata su valori quali il denaro e l’apparenza ingenerano tristezza»

 C’è qualcosa nella società contemporanea che rende i giovani tendenzialmente sempre più ansiosi e depressi. Almeno i giovani statunitensi, secondo la dottoressa Jean Twenge del Department of Psychology della San Diego State University, autrice del libro intitolato “Generation Me”, nel quale sono confluite ricerche realizzate negli ultimi anni sull’andamento delle condizioni psicologiche dei giovani a partire dagli anni Trenta in avanti, pubblicate in diverse riviste scientifiche di settore, come Clinical Psychology Review.

Uno studio basato sui sintomi

Quando si valuta attraverso lunghi periodi di tempo l’andamento di fenomeni quali l’ansia e la depressione di una popolazione possono esserci molte trappole metodologiche di cui tenere conto. Ad esempio, la stessa definizione di ansia e depressione certamente varia nel tempo. Tuttavia, se si pone l’attenzione sui singoli sintomi che caratterizzano questi disturbi, è più probabile che essi siano costanti nel tempo. Ad esempio, la difficoltà di concentrazione o ad addormentarsi e le palpitazioni cardiache sono uguali oggi a come erano negli anni Trenta. E questo è esattamente quello che ha fatto la dottoressa Twenge. Analizzando i risultati dei test MMPI (Minnesota Multiphasic Personality Inventory, un test di personalità sottoposto sistematicamente agli studenti americani a partire dagli anni Trenta), il suo gruppo di studio ha rilevato l’evidente incremento di sintomi correlabili sia all’ansia sia alla depressione. Sensazioni di essere affaticati al risveglio, difficoltà di concentrazione, mal di testa, respiro corto, palpitazioni e altri sintomi ansioso-depressivi mostrano in maniera inequivocabile un costante aumento.

 

Anche un’altra rilevazione, effettuata per un’indagine nazionale, l’MtF (Monitoring the Future), ha mostrato che fra il 1982 e il 2013 c’è stato un incremento di sintomi depressivi tra i giovani, come difficoltà a dormire e sensazione di essere sopraffatti, così come c’è stato un aumento di richieste di visite psichiatriche.

L’evolversi della società

Una tendenza all’incremento che negli anni Novanta sembra essersi appiattita, forse per l’arrivo sul mercato degli antidepressivi SSRI (inibitori di ricaptazione della serotonina), suggerisce la dottoressa Twenge.

Un’ipotesi tutta da verificare, considerato che in realtà questi farmaci non hanno confermato nel tempo la loro efficacia nelle forme più lievi di depressione.

Negli stessi anni, peraltro, altre ricerche hanno dimostrato che c’è stato anche un incremento del livello di intelligenza nella popolazione, tanto che i test per rilevarla hanno dovuto essere ritarati. E’ possibile che la complessità degli stimoli generati dalla società contemporanea sia allo stesso tempo la causa di entrambi i fenomeni. Una società che porta con sé, oltre al progresso sociale e tecnologico, anche alcuni “miti” come il denaro, l’apparenza e lo stato socioeconomico che, secondo la dottoressa Twenge, potrebbero spiegare l’avanzare dei sintomi ansioso-depressivi tra i giovani


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/16_marzo_15/giovani-americani-sempre-piu-ansiosi-depressi-ultimi-80-anni-73ee7866-ea9c-11e5-bfc8-b05a661f1950.shtml


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)