San Marcello (PT): qui la droga si chiama alcol
San Marcello (PT): qui la droga si chiama alcol
La montagna pistoiese fa binomio con l'alcolismo. I giovanissimi bevono energy drink, forse credendo di superare stati
d'ansia o leggere depressioni. Per problemi di alcoli giovani della montagna si rivolgono al Sert di Pistoia.
Un fenomeno che si differenzia dagli altri comuni della provincia, nelle cui realtà prevale il problema legato alle
tossicodipendenze. I giovani della montagna che si rivolgono alla dottoressa Cinzia Groppi, responsabile del servizio Sert,
per uscire dall'uso di droghe sono in decisa minoranza. «In questa realtà prevale la problematica legata all'alcol - spiega
Cinzia Groppi - Questo perché in montagna abbiamo riscontrato più difficoltà a far circolare le sostanze stupefacenti. Altri
dati indicano che è scarso l'uso della cocaina (risulta l'1% che ha chiesto aiuto al Sert) mentre prevalgono altre droghe tra
cui l'eroina. Questo fa capire che il Sert, collocato a Pistoia, non è in grado di avvicinare persone cocainomane, non che il
fenomeno non esiste».
La percentuale delle persone della montagna pistoiese che hanno chiesto assistenza al Sert è del 4%. L'altro 96% proviene
dagli altri comuni pistoiesi. La percentuale, quindi, non è alta ma l'esperienza degli addetti ai lavori insegna che potrebbe
salire notevolmente se vi fossero strutture specifiche locali. «Il numero delle persone che si sono rivolte a noi è aumentato
di tre punti percentuali in tre anni grazie anche alla campagna di prevenzione. Secondo noi potrebbe aumentare se solo
avessimo la possibilità di operare direttamente sul territorio. Abbiamo notato infatti che da quando è attivo il centro
alcologico di Bardalone che porta avanti il progetto "Slalom" (a cui collaborano forze dell'ordine, locali pubblici,
assessorato sovra comunale alle politiche sociali ed Acat locale ndr) molti giovani e meno giovani si sono avvicinati a
questo servizio. Questo progetto non ha lo scopo di risolvere i problemi di alcolismo, ma di dare l'opportunità ai giovani di
trascorrere il tempo in attività creative. Prima si sono avvicinati giovani tra 12-13 anni, poi i quindicenni e poi anche
alcuni genitori incuriositi. Poi - aggiunge Groppi - in questi ultimi due anni sono state anche molteplici l'iniziative sul
territorio per fare prevenzione all'alcolismo e devo dire con discreto successo. La difficoltà per noi è comunque l'essere
presente sul territorio per accorciare la distanza che divide la montagna dalla città. Se il dato come dicevo prima è del 4%
non è perché i fenomeni legati alle tossicodipendenze e all'alcolismo sono così basse, ma perché la maggior parte non chiede
il nostro aiuto per non scendere a Pistoia. E' il caso di dire che il servizio deve andare incontro al paziente e non
viceversa. In questi ultimi tempi si sono fatti molti passi avanti ma non ancora abbastanza».
Un altro dato interessate presentato dalla responsabile del Sert è l'aver sottolineato che «il 73% di chi si è rivolto a noi
provenendo dalla montagna è autoctono: non solo risiede nella zona, ma vi è quasi sempre nato. Solo l'1% sono
extracomunitari, il resto ha origini in altre zone italiane».
Qualche giovanissimo si rifugia anche negli energy drink. «A me piace chiamarla discultura e cioè il pensiero, diffuso tra i
giovanissimi anche di 12 anni, che questi energy drink, spesso ricchi di caffeina in quantità maggiore rispetto ai caffè,
possa essere un aiuto per far fronte a stati d'ansia o rimanere svegli per fare più tardi al pub. E' una cultura falsa -
conclude Cinzia Groppi - che sta diffondendosi come se fosse la soluzione a certi problemi. Da sottolineare, però, che questi
comportamenti non si possono considerare livelli inferiori per l'uso futuro di sostanze come droghe o alcol. E' un fenomeno a
se stante».