Sanità, Italia sempre più divisa ma unita nelle cattive abitudini
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ROMA - Italia divisa tra Nord e Sud sul versante sanitario, ma unita nelle abitudini che fanno male alla salute, dalla cattiva alimentazione allo scarso esercizio fisico. Questa la fotografia scattata dal rapporto "Osservasalute 2008", presentato questa mattina all'Università Cattolica di Roma, pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla Salute nelle regioni italiane e coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di igiene della facoltà di Medicina. Nel rapporti si lancia anche un allarme sulle abitudini sessuali dei giovani e sulla Tbc.
Regioni. Le Regioni spendono in termini pro capite cifre diverse per l'assistenza sanitaria: dai 1.581 euro della Calabria ai 1.918 del Molise, fino ai 2.200 della Provincia autonoma di Bolzano. La divaricazione fra le Regioni è ancora più evidente se si considera la quota di Pil spesa in sanità: quelle del Sud sono costrette a dedicare quote elevate del loro Prodotto interno lordo all'assistenza sanitaria (fino all'11% in Molise, più del 9% in Calabria), mentre Regioni come la Lombardia soddisfano il diritto all'assistenza sanitaria dei cittadini con meno del 5% del proprio reddito (dati 2005), consentendo un utilizzo più razionale delle risorse finanziarie regionali.
Aumenta la spesa pro capite. "Interessante - si legge nel lavoro - notare che nonostante tutto la spesa pro capite sta aumentando, segno di un continuo impegno a livello nazionale nell'investimento per la salute. Tra il 2006 e il 2007 è infatti passata da 1.692 a 1.731 euro". Tuttavia c'è un'Italia che "va migliorando e comincia a cogliere i frutti di anni di attenta programmazione delle politiche sanitarie e un'altra Italia, il Sud, che resta indietro e in cui si acuiscono le criticità".
Ospedalizzazione. I 266 esperti di sanità pubblica che hanno lavorato al Rapporto hanno anche analizzato i tassi di ospedalizzazione di ogni Regione. Mentre nelle Regioni più virtuose qualcosa si muove, nelle altre si pagano le conseguenze dell'assenza di programmazione. Al Sud c'è una frequenza troppo elevata del ricorso all'ospedalizzazione, "indice di una scarsa azione di prevenzione, con sprechi e inappropriatezza dei ricoveri".
Cattive abitudini. La percentuale di persone in sovrappeso è cresciuta dal 33,5% (rapporto 2005) al 33,6% (rapporto 2006) fino al dato attuale del 35%. Lo stesso per l'obesità: dall'8,5% al 9%, poi al 9,9% e infine al 10,2%. E' al Sud la percentuale maggiore di persone in sovrappeso, anche se rispetto ai dati riportati nel Rapporto 2007 si nota un leggero aumento anche per il Nord. Diminuisce il numero di sportivi: se nel Rapporto 2007 relativo al 2005 solo il 20,9% della popolazione ha dichiarato di praticare in modo continuativo uno o più sport, nel 2008 è il 20,5%. Si diffondono, inoltre, mode come quella dell'aperitivo, che ha fatto crescere il consumo di alcol fuori pasto unitamente a snack e dannosi stuzzichini. Alcol e fumo. Per quanto riguarda l'alcol, mentre tra il 2003 e il 2005 i "non consumatori" di alcol erano diminuiti, tra 2005 e 2006 la tendenza si inverte: i non consumatori sono aumentati tra il 2005 ed il 2006 (27,9% contro 29,6%). Ma con forti differenze tra Regioni e picchi tra i giovani. Poi c'è il fumo, prima causa di morte evitabile. I fumatori aumentano in entrambi i sessi: sono circa 12 milioni; l'età media alla quale si inizia a consumare tabacco è intorno ai 16 anni. Si fuma di più al Sud (Lazio 25,7%, Sicilia 25,5%, Campania 26,9%) rispetto al Nord (provincia di Trento 19,2%, provincia di Bolzano 19,8%).
Poca frutta e verdura. Quanto al consumo "verde", nel 2006 in Italia la proporzione di persone che assume almeno 5 porzioni al giorno di ortaggi, verdura e frutta - ovvero il cosiddetto indicatore obiettivo - è uguale a 5,3%, poco ed esattamente lo stesso dell'anno precedente. Meglio al Nord, dove si conferma il maggiore consumo di frutta e ortaggi 5 o più volte al giorno nelle regioni settentrionali. L'alimentazione dei giovani. Da bocciare, secondo gli esperti, le nuove tendenze alimentari dei giovani: per i bambini di 3-5 anni si registra un consumo eccessivo di carni, pesce e uova inclusi i salumi, mentre per i ragazzi di 14-17 anni, il trend è di forte crescita per il consumo di alcolici fuori pasto, aperitivi alcolici e superalcolici, nonché la diffusione del consumo moderato degli amari. Malattie sessuali. Sono in crescita sifilide e gonorrea, con aumenti percentuali elevatissimi anche se i numeri assoluti restano limitati. "Dopo un periodo di grande paura per l'Aids - ha spiegato Walter Ricciardi - si sta attenuando l'attenzione ad avere rapporti protetti, soprattutto tra i ragazzi. E poiché questi germi ci sono e ci saranno sempre, le malattie riemergono". Tbc. Preoccupa il ritorno della tubercolosi. "In particolare - spiega Ricciardi - l'emendamento al decreto sicurezza, che prevede la possibilità per i medici di denunciare i pazienti immigrati irregolari. Se queste persone, quando hanno la Tbc, non si fanno curare per paura della denuncia, possono diffondere la malattia, che si trasmette per via respiratoria, vanificando gli sforzi della sanità pubblica di tenerla sotto controllo".