Sanità: migliorano gli stili di vita ma si consumano più alcolici
Sanità: Osservasalute, migliorano stili vita ma più alcol e nodo chili di troppo
Lo stile di vita degli italiani è in lieve miglioramento ma aumentano i bevitori di alcolici. Restano però sempre tanti i chili di troppo. La quota di italiani in sovrappeso e obesi infatti rimane stabile, così come gli italiani che fanno sport e i fumatori. E’ quanto emerge dal Rapporto Osservasalute 2016, pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane dell'Università Cattolica di Roma, presentato al Policlinico universitario Agostino Gemelli.
Si riduce la percentuale dei non consumatori di alcolici (astemi e astinenti negli ultimi 12 mesi) dagli 11 anni in su, che passa 34,8% dal 35,6% del 2014. L'unica regione in cui aumentano i non bevitori è il Friuli Venezia Giulia (+4,6%), mentre diminuiscono in Emilia-Romagna (-3,3%), Toscana (-5%) e Abruzzo (-4,2 %). La regione con il più basso valore di prevalenza dei non consumatori, anche nel 2015, è la Pa di Bolzano (25,8%), mentre i valori più elevati si registrano in Campania (42,1%) e Sicilia (42,3%). E aumentano le donne consumatrici a rischio: la prevalenza dei consumatori a rischio, nel 2015, è pari al 23% per gli uomini e al 9% per le donne (8,2% nel 2014).
In linea con quanto osservato attraverso le statistiche internazionali, sono i gruppi a basso reddito a risultare i più vulnerabili alle conseguenze sociali dell’esposizione dei fattori di rischio connessi agli stili di vita e ai comportamenti. Il consumo rischioso e dannoso di alcol interessa in Italia milioni di individui di tutte le fasce di età - si legge nel rapporto - ed è associato a una serie di conseguenze a breve, medio e a lungo termine. I giovani rappresentano un target di popolazione estremamente vulnerabile all’uso di alcol che risulta la prima causa di mortalità, morbilità e disabilità, evitabile se venisse garantito e supportato il rispetto delle norme di tutela della salute e di sicurezza.
Rimane stabile la quota di italiani sovrappeso e obesi. Nel 2015 più di un terzo della popolazione adulta (35,3%) è in sovrappeso, mentre poco più di 1 persona su 10 è obesa (9,8%). Complessivamente il 45,1% dei soggetti dai 18 anni in su è in eccesso ponderale. Le discrepanze osservate tra il 2014 e il 2015 non sono statisticamente significative. Le differenze sul territorio sono considerevoli e si conferma il gradiente Nord-Sud e Isole: le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone over 18 anni obese (Molise 14,1%, Abruzzo 12,7% e Puglia 12,3%) e in sovrappeso (Basilicata 39,9%, Campania 39,3% e Sicilia 38,7%) rispetto alle regioni settentrionali (obesità: PA di Bolzano 7,8% e Lombardia 8,7%; sovrappeso: Pa di Trento 27,1% e Valle d’Aosta 30,4%).
La percentuale di popolazione in condizione di eccesso ponderale cresce all’aumentare dell’età: il sovrappeso passa dal 14% della fascia 18-24 anni al 46% tra i 65-74 anni, mentre l’obesità dal 2,3% al 15,3% per le stesse fasce di età. Un problema più maschile che femminile: risulta in sovrappeso il 44% degli uomini rispetto al 27,3% delle donne e obeso il 10,8% degli uomini rispetto al 9% delle donne. La fascia di età in cui si registrano percentuali più alte di persone in eccesso di peso è quella tra i 65-74 anni. I bambini e adolescenti di 6-17 anni in sovrappeso o obesi sono, invece, il 24,9%, con una diffusione più forte tra i maschi (28,3% contro il 21,3% femmine). L’eccesso di peso raggiunge il 34,2% nei bambini di 6-10 anni.
Si mantiene stabile anche la quota degli italiani che fanno sport. Nel 2015, in Italia, le persone di 3 anni e oltre che dichiarano di praticare uno o più sport nel tempo libero sono il 33,3% della popolazione, pari a circa 19,6 milioni. Tra questi, il 23,8% si dedica allo sport in modo continuativo, mentre il 9,5% in modo saltuario. Coloro che, pur non praticando uno sport, svolgono una attività fisica sono il 26,5% della popolazione, mentre i sedentari circa 23,5 milioni, pari al 39,9%. Gli uomini si confermano più sportivi: il 28,3% pratica sport con continuità e l’11,4% saltuariamente, mentre fra le donne la percentuale è, rispettivamente, del 19,5% e del 7,7%.
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copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)