Sardegna: allarme bulimia e anoressia, alcuni dati
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In Sardegna è allarme per bulimia e anoressia
In Sardegna non esiste un monitoraggio sui disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia nervosa. Secondo uno studio in Sardegna c'è un'incidenza di disturbi alimentari di tipo generico del 24,6% fra i giovani, i quali soffrono il 15,3% di anoressia e il 20% di
bulimia, come nel Nord Italia. La ricerca è stata presentata questa mattina insieme alla proposta di legge del gruppo Pd in Consiglio
regionale per creare una rete che si occupi del settore.
In Sardegna, in base a una indagine, condotta dalla professoressa Anna Maria Fulghesu dell'Università di Cagliari, su un campione di 215
questionari compilati da ragazze e ragazzi di istituti scolastici secondari, è risultato che l'incidenza di disturbi alimentari di tipo
generico è del 24,6 per cento, del 15,3 per cento per il disturbi di tipo anoressico e il 20 per cento per quello bulimico.
Dati preoccupanti. I disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali, la prima tra le
malattie psichiatriche. Nel mondo decine di milioni di giovani soffrono di disturbi alimentari, 2 milioni soltanto in Italia: ogni 100
ragazze 10 ne sono colpite. Nel nostro Paese, secondo i dati dell'Oms, il 2 per cento delle ragazze tra i 18 e i 25 anni soffre di anoressia
nervosa, il 4,6 per cento di bulimia nervosa. Le forme subcliniche presentano un'incidenza del 4,7 per cento, mentre quelle del disturbo da
alimentazione incontrollata si attestano allo 0,6 per cento.
La proposta di legge. I dati sono stati presentati questa mattina da Francesca Barracciu e Marco Espa (PD) durante l'illustrazione di una
Proposta di legge (prima firmataria Barracciu) che prevede "Interventi per prevenire e contrastare i disturbi del comportamento alimentare.
Istituzione della Rete integrata di servizi sanitari per i DCA". Barracciu ha sottolineato come finora il legislatore non abbia voluto tenere
conto di questa psicopatologia, un disturbo che rappresenta una vera epidemia sociale in espansione. "I dati preoccupanti raccolti dalla
dottoressa Fulghesu - ha detto - confermano che la Sardegna è in linea con la situazione a livello nazionale. Dalle segnalazioni che ci
arrivano dai medici di famiglia e dagli specialisti emerge anche un altro dato preoccupante, ossia che l'età si sta abbassando coinvolgendo
anche i bambini. Si tratta di un fenomeno preoccupante che il Servizio sanitario pubblico si deve far carico".
Gli obiettivi. Nella proposta di legge, infatti, i proponenti vogliono raggiungere due obiettivi fondamentali: costituire in ogni Asl un
centro dedicato che intervenga con un metodo integrato e multidisciplinare attraverso l'interazione di diversi specialisti che seguano la
patologia sotto tutti i suoi aspetti e accompagnino anche le famiglie in questo percorso. Il secondo aspetto che la legge vuole promuovere è
un'attività di prevenzione attraverso l'informazione e la sensibilizzazione verso un disturbo gravissimo che presenta mille sfaccettature ed
è difficile da diagnosticare. Barracciu ha sottolineato che si tratta di un intervento che non prevede esborso finanziario, ma solo una
riorganizzazione delle strutture esistenti. "E' un'iniziativa - ha sottolineato Marco Espa - che il gruppo del Pd porterà avanti con
determinazione sia in Commissione Sanità sia in Consiglio regionale".
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)