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News di Alcologia

Sarezzo (BS): aperto nuovo Nucleo Operativo di Alcologia

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Alcolismo, la valle risponde con un servizio tutto nuovo
Sarezzo: la sede del Nucleo operativo alcologia Negli ultimi giorni sono avvenuti alcuni traslochi significativi; ma è

soprattutto l'inaugurazione avvenuta ieri a caratterizzare la qualità dei servizi sanitari e sociali insieme della

Valtrompia. Al terzo piano dell'edificio Inps di Sarezzo (di proprietà del Comune), ha infatti trovato spazio in particolare

il Nucleo operativo alcologia (Noa) di Distretto voluto dall'Asl: una risposta a un problema di grande rilevanza anche in

questa parte della provincia.
Lo stesso contenitore ospita ora anche l'unità Disabilità e handicap di Distretto e l'Ucam, l'Adi e l'Equipe operativa

handicap della media e bassa valle. Il tutto era già collocato a Villa Carcina.
Ma torniano al nuovo servizio, presentato dal direttore generale dell'Asl Carmelo Scarcella, dal sindaco di Sarezzo Massimo

Ottelli, dal funzionario Asl Fabio Besozzi e, naturalmente, dal responsabile del Noa della Valtrompia Marco Stilo. «Questo è

un inizio concreto di collaborazione con l'Asl - ha commentato Ottelli -, condiviso con la conferenza dei sindaci, per dotare

il territorio di nuovi servizi che rispondano alle esigenze dei cittadini».
Il Noa, lo ricordiamo, è nato nel gennaio 2010 dalla trasformazione dell'Equipe alcologica: un servizio prima interno al

Servizio tossicodipendenze di Zanano. Con la chiusura del SerT e l'apertura del Servizio multidisciplinare integrato a

Concesio (lo Smi, ovvero la privatizzazione del servizio pubblico di settore), la struttura specialistica (in questo caso

ancora pubblica) è stata destinata a Sarezzo, dove ha trovato casa grazie a un investimento comunale da 260 mila euro.
Ma non è finita: tra un paio d'anni si assisterà a un completamento, quando tutti i servizi dedicati al lavoro (Inps e Centro

per l'impiego) verranno ricollocati nella nuova sede di piazzale Europa insieme all'Asvt.
Tecnicamente parlando, il ruolo del Noa è quello di collaborare con i servizi e le strutture del territorio, facilitando

l'accesso alle opportunità di recupero esistenti con la collaborazione dei medici di base: in pratica una vera «presa in

carico» dell'alcolista e dei relativi familiari. Il primo contatto è rappresentato da un colloquio di accoglienza, che

attualmente non presenta liste d'attesa; poi si lavora a un progetto di affrancamento personalizzato dalla dipendenza.
Quali sono le dimensioni del problema in Valtrompia? Nel 2010 gli alcolisti ufficiali, ovvero seguiti dalle strutture di

assistenza, erano 263; 217 maschi (82,5%) e 46 donne (17,5%); ed erano cresciuti del 29,5% rispetto al 2009. Per avere

un'idea dell'evoluzione del fenomeno, gli utenti erano 96 nel 2006; 122 nel 2007; 168 nel 2008 ed erano già a quota 203 nel

2009.
Laura Piardi