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Sballo alcolico dei ragazzi: i silenzi e le ansie dei genitori

Sballo alcolico dei ragazzi: i silenzi e le ansie dei genitori

"I GENITORI? UNA VORAGINE DI SILENZI E ANSIE"

La psicologa: dietro il disagio dei ragazzi l’incapacità di comunicare degli adulti saturi di problemi


«Bisogna che i ragazzi capiscano che bere non è un simbolo di successo, ma rende brutti» dice l’assessore alle Politiche giovanili della Provincia, Roberta Tarlao, che ha deciso di “ereditare” e ampliare i programmi dell’Azienda sanitaria da anni attiva con azioni antialcol, ma sa benissimo che «l’esempio di noi adulti non è certo quello giusto».


La propaganda smodata su vino e vigne, le continue iniziative pubbliche sempre intitolate alla “eno-gastronomia”, le immagini tv dove dovrebbe essere bandito il bicchiere come lo è il fumo, la moltiplicazione ossessiva di “wine bar” chiassosi, la moda dell’aperitivo facile, i i trucchi con cui i ragazzi possono comprare anche alcol puro o bottiglie d’ogni genere al supermercato magari “mandando avanti” quello che ha già compiuto 18 anni: tutto vende un modello da desiderio, non da ripulsa. E il progetto estivo “Overnight” salva certamente i guidatori alticci, ma sembra non abbia finora fatto cambiare i numeri delle statistiche nonostante le nottate degli operatori del dipartimento delle Dipendenze.


Se il quadro è questo, come emerso ieri in Provincia alla presentazione del convegno “La salute è nelle tue mani”, c’è un’immagine mancante, accanto alle figure dei giovani manca il contraltare delle famiglie, dei genitori.


«I genitori? Una voragine - risponde la psicologa Carla Piccini che cura con Astra il progetto di prevenzione nelle scuole e il convegno -, sono di due tipi, o stanno sullo sfondo, non se ne sa nulla, risultano assenti e anche i ragazzi rifiutano di parlare con loro, e di loro, oppure passiamo direttamente alla figura pressante, ansiogena, quasi ossessiva, che dunque genera una reazione di chiusura: il figlio ne parla, ma per dire quanto se ne allontana. Quando abbiamo chiesto la partecipazione delle famiglie per risolvere il problema dell’alcol la risposta è stata minima. Il nodo - prosegue Piccini - è proprio nella modalità di comunicazione, l’adulto fa sempre più difficoltà a mettersi in relazione emotiva, sensibile, e perfino educativa coi giovani».


Pesano da una parte i soliloqui sempre più estesi con Internet, e dall’altra (genitori) «stili di vita complessi, ritmi veloci, problemi crescenti, l’ingolfamento di cui sono vittime gli adulti, che dentro di sè non hanno più spazio, e non riescono ad accollarsi il vissuto di un altro, fosse pure il figlio. Quando lo fanno, esce un comportamento ansiogeno, proprio perché manca lo spazio interiore per andare incontro all’altra persona. Quel che dovremmo fare - ha aggiunto la psicologa - è “formare” i genitori più che i figli, ma entrare nel mondo dei genitori non è facile».


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/11/21/news/i-genitori-una-voragine-di-silenzi-e-ansie-1.10355127


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)