Sbornia facile nel vuoto di valori
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Ricordo quel poveretto che intimava al suo motorino di riportarlo a casa... Era un vecchio ubriaco, che aveva annegato la sua solitudine nel vino.
Ricordo i racconti di donne circa i loro viaggi per ricondurre al focolare i mariti che avevano alzato il gomito in osteria...
La piaga dell'alcolismo non è certo una novità di questi anni.
Ciò che preoccupa è semmai l'abbassarsi pauroso dell'età in cui si registra la prima sbronza. E, soprattutto, il fatto che tale evento sia ormai diventato abitudinario per fasce sempre più numerose di adolescenti e giovani.
Essi non bevono per annegare i dispiaceri o per ritagliarsi un pomeriggio di libertà dai gravosi impegni lavorativi, come poteva accadere qualche decennio fa nelle osterie di paese dense di fumo e affollate di anziani giocatori di "scopa liscia" dallo "squinzano" facile.
Il fenomeno è diverso e si affianca tragicamente al consumo di sostanze stupefacenti e di musica assordante, con i quali crea un cocktail pericoloso, che finisce con l'addormentare i sensi e la capacità di ragionare.
Bene fanno le autorità a preoccuparsi di questa emergenza, soprattutto in riferimento alla sicurezza sulle strade nelle notti del divertimento sfrenato.
Bene fanno a regolamentare, a limitare, anche a proibire, se ancora è possibile farlo in una società che idolatra la libertà individuale e poi si scandalizza se i legami sociali si allentano.
A me resta il sospetto, però, che si possa raggiungere solo qualche risultato effimero e parziale. Per due motivi, sostanzialmente. Intanto è un'industria bene organizzata quella che veicola il divertimento e lo sballo, ed ha buon gioco nel presentarli con una veste allettante, usando i mezzi potenti della persuasione mediatica e pubblicitaria.
Se l'alcolismo degli anziani manteneva in piedi le osterie, quello dei giovani ha dalla sua un marketing commerciale ancora più redditizio.
Valori come la salute e la sicurezza passano spesso in secondo piano quando di mezzo ci sono gli affari.
Ma c'è un secondo motivo, ed è culturale ed educativo. Un fenomeno come il diffondersi dell'alcol (e della droga) tra i giovani si genera sul terreno di un vuoto di offerta educativa. La sbornia di birra o di vino o di superalcolici sta al posto di qualcos'altro che manca e che spesso non si offre più per paura che venga rifiutato.
La famiglia e i gruppi sociali hanno smesso di credere nella proposta di valori grandi, di ideali belli, perché temono il sacrificio che necessariamente ne accompagna il conseguimento.
Non osano più, cercano di passare dove l'acqua è più bassa, rinunciano a proporre mete alte, hanno paura di dire qualche no o non sanno più motivarlo.
Non è certo in discussione lo spazio del divertimento. Ma esso va inserito armonicamente nel grande "gioco" della vita, con le sue regole e i suoi limiti.