338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Science: ricerca sulla vulnerabilità nei confronti delle dipendenze

cufrad news alcologia dipendenze

Le tracce cerebrali del rischio di dipendenza


Chi soffre di una dipendenza condivide alcune caratteristiche strutturali del cervello con i fratelli non dipendenti, caratteristiche che non

si riscontrano invece in altri soggetti sani. E' quanto ha rilevato uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Cambridge e di

altri centri di ricerca, che ne riferiscono in un articolo pubblicato su "Science".
Vari studi precedenti avevano notato che nei soggetti dipendenti da sostanze stimolanti si riscontravano alterazioni strutturali in alcune

regioni cerebrali; specificamente, in alcune parti dello striato e della regione prefrontale. Questo dato, tuttavia, di per sé non permetteva

di stabilire se le anomalie fossero una causa della dipendenza oppure un effetto dell'uso della sostanza.
Per chiarire la questione Karen Erschen e colleghi hanno effettuato un confronto tra coppie di fratelli, uno solo dei quali aveva un

comportamento di dipendenza, e un gruppo di soggetti sani di controllo.
I ricercatori hanno testato per prima cosa la capacità dei soggetti di controllare i loro impulsi, notoriamente compromessa in varia misura

nei soggetti che assumono droghe o alcool. A questo scopo hanno fatto eseguire ai soggetti sperimentali un compito in cui la persona deve

reprimere una risposta ben consolidata a un segnale uditivo presentato all'improvviso, da cui è risultato che sia i fratelli dipendenti sia i

non dipendenti offrivano prestazioni più modeste rispetto al gruppo di controllo.
Successivamente, i ricercatori hanno individuato alcune differenze nei sistemi cerebrali fronto-striatali condivise dai fratelli, ma non dai

controlli. Le anomalie, registrate attraverso brain imaging, comprendevano in particolare una minore densità dei tratti di fibre di materia

bianca adiacenti alla corteccia frontale inferiore destra, un aumento del volume della materia grigia nel putamen e nell'amigdala, e una

diminuzione del volume della materia grigia nella parte posteriore dell'insula. Alcune differenze minori sono però state riscontrate anche

nelle coppie di fratelli.
"Il coinvolgimento del putamen - scrivono gli autori - è coerente con la sua implicazione nei circuiti fronto-striatali per le prestazioni

nella reazione alla condizione di stop ed è probabilmente antecedente ai problemi nel controllo della risposta. Le altre variazioni nelle

coppie di fratelli possono invece essere correlate ad altri processi psicologici sottostanti alla dipendenza. Le anomalie cerebrali osservate

nei sistemi neurali sottostanti all'apprendimento e alla memoria [come il lobo mediale temporale], e alla formazione delle abitudini [come il

putamen] sono particolarmente interessanti, dato che si ritiene che alcune forme di tossicodipendenza si sviluppino attraverso l'acquisizione

e il controllo di abitudini disadattive. L'allargamento delle strutture limbiche e striatali era già stato segnalato in pazienti con disturbo

ossessivo-compulsivo (OCD): come la dipendenza, l'OCD è caratterizzato da abitudini disfunzionali a comportamenti fuori controllo".
Il comportamento di dipendenza appare quindi il risultato di interazioni genetiche, di sviluppo e ambientali, che agiscono in modo diverso su

ciascuna delle regioni cerebrali coinvolte, contribuendo al "saldo netto" tra fattori adattivi o disadattivi. Fratelli dipendenti e non

dipendenti condividono varie caratteristiche di vulnerabilità ma nei fratelli non dipendenti altre caratteristiche sono simili a quelle dei

controlli per quanto riguarda l'equilibrio complessivo tra fattori di rischio e fattori protettivi. Il bilanciamento tra questi fattori

determina se un individuo sarà in grado di bloccare un impulso inappropriato.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)