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Sanità, scompenso cardiaco acuto: una ricerca all’ospedale Maggiore di Novara

«A Novara i numeri dello scompenso cardiaco acuto sono preoccupanti. Al Pronto soccorso del nostro ospedale si registrano circa 300 ricoveri l’anno»: la premessa è del professor Giancarlo Avanzi, direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso del Maggiore.


L’ospedale, il secondo in Piemonte dopo le Molinette di Torino, è impegnato in una ricerca con sperimentazione per ridurre la mortalità legata alla patologia cardiaca: «Sindrome invalidante, potenzialmente letale, che colpisce quasi 200 mila persone in Italia ogni anno». Improvvisa sensazione di mancanza di fiato, rapido aumento di peso per accumulo di liquidi in tutto il corpo, battito cardiaco irregolare: i sintomi più frequenti.

 
«In generale, i numeri dello scompenso sono in crescita, con percentuali di incidenza che oggi si attestano intorno al 10% nella popolazione oltre i 65 anni - sottolinea Avanzi -. Percentuale destinata ad aumentare col progressivo invecchiamento della popolazione». Oltre all’infarto, le più comuni cause di episodi di scompenso acuto sono aritmie, ipertensione mal controllata, danno permanente alle valvole cardiache, aterosclerosi coronarica, eccesso cronico di alcol.

 
Nonostante la crescente incidenza degli ultimi anni dello scompenso cardiaco, le modalità di trattamento sono rimaste invariate. «I diuretici, somministrati per ridurre la congestione del corpo, si conoscono ormai da una cinquantina d’anni – commenta Avanzi –. Per quanto riguarda invece la somministrazione d’ossigeno, da una decina d’anni si applica un’altra procedura standard che consiste nell’uso del C-PAP, un casco attraverso il quale si somministra una miscela d’aria a una pressione leggermente superiore rispetto a quella atmosferica, favorendo così la circolazione di ossigeno nel sangue».




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copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lastampa.it/2014/03/24/edizioni/novara/scompenso-cardiaco-acuto-una-ricerca-passa-da-novara-M6icRdqUEWSSmLqbNSQqrO/pagina.html



(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)