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Scoperti nuovi tipi di recettori e peptidi legati all'alcolismo

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Scoperti nuovi tipi di recettori e peptidi nell'alcolismo
E' possibile individuare i soggetti resistenti alle terapie
Roberta Dessì
La difficoltà riscontrata nel recupero dall'alcolismo in alcuni soggetti, sembrerebbe essere legata alla presenza di una maggiore espressione

di una particolare variante genetica del recettore D2 del sistema neurotrasmettitoriale dopaminergico da anni considerato dalla comunità

scientifica responsabile delle sensazioni di piacere e benessere. Lo studio, che è stato promosso dal Dipartimento di Psicologia

dell'Universita' di Gothenburg, in Svezia, ha dimostrato che la variante del gene del recettore D2 dopaminergico è maggiormente espressa nei soggetti con grave dipendenza dall'alcol infatti, soltanto nel DNA di individui alcol-dipendenti, è stata riscontrata una maggiore espressione di tale variante. La responsabile del gruppo di ricerca, Claudia Fahlke, ha ritenuto inoltre di poterli considerare 'alcolisti portatori' ossia soggetti già predisposti geneticamente al problema dell'alcolismo. Il rischio di morte prematura tra questi è apparso aumentato fino a dieci volte di più rispetto alla media della popolazione. Pubblicato sulla rivista 'Alcohol e Alcoholism', l'indagine ha portato ad osservare anche un aumento di ricadute nei soggetti portatori della variante del gene, anche quando avevano superato la dipendenza con trattamenti e terapie andate a buon fine. Questo aumento di tasso di mortalità, essendo un evento di una certa gravità, ha portato Il prof.. Jan Balldin, docente dell'Universita' di Goteborg, a sottolineare quanto sia importante l'individuazione preventiva dei soggetti portatori al fine di attuare in tempo utile le oppurtune terapie, evitando la morte precoce di questi individui. Altre ricerche sono state portate avanti con lo scopo di rendere più aggredibile il problema dell'alcolismo. Ad esempio in letteratura è presente un'altra indagine scientifica precedente a questa, effettuata presso l'Oregon Health & Science University di Portland, in cui in alcuni topi è stata rintracciata, per la prima volta, in un gruppo di cellule cerebrali, chiamato nucleo di Edinger-Westphal (EW), l'urocortina, peptide connesso al desiderio e consumo eccessivo d'alcool. Ryabinin, coordinatore della ricerca, insieme ai colleghi ricercatori hanno esaminato topi "alcolizzati", ai quali venivano somministrate diverse dosi d'alcool e topi normali, ai quali non è stata somministrata alcuna dose d'alcool.

I ricercatori hanno scoperto che i livelli di urocortina nel cervello corrispondevano al desiderio di ciascun animale di bere alcool,

aumentando le dosi aumentava anche il desiderio. Hanno in seguito tracciato le comunicazioni fra le cellule contenenti urocortina e una

regione del cervello, coinvolta nella regolazione del consumo di alcool e in meccanismi di ricompensa cerebrale. ‘Il prossimo passo - dice

Ryabinin - sara' quello di verificare se riducendo i livelli del peptide cala anche il desiderio di eccedere con 'i bicchieri'' La ricerca

potrebbe essere usata per sviluppare nuovi farmaci e terapie contro l'alcolismo o per migliorare quelli già esistenti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)