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Se anche la disoccupazione si traduce in dipendenza
I giovani vorrebbero "ubriacarsi" di lavoro. Il timore è che, se non lo trovano, si consolino con l'alcol o il gioco d'azzardo

Delia Vaccarello
Se potessi avere 900 euro al mese... È meglio cercare ostinatamente lavoro, dimenticare i problemi grazie all'alcol o giocare d'azzardo? Gianni ha 22 anni, un fisico statuario, un bel viso e un cane: "Mi laureo alla Sapienza di Roma a maggio, in Politiche sociali e comunicazione. Sono ligure, ogni estate ho fatto il bagnino per non pesare troppo sui miei. Ma andrò fuori a cercare lavoro, magari al Parlamento europeo". Vuoi fare il deputato? "Macché... però non voglio fare come molti miei ex colleghi che lavorano tutto il giorno mettendo insieme tre collaborazioni per guadagnare 300 euro al mese". Vuoi il posto fisso? "Mica voglio diventare manager, se trovassi in Italia un lavoro di 900 euro al mese lo accetterei subito e sarei tranquillo". Gianni ha il chiodo fisso della ricerca di una occupazione. Se lo allentasse un po', potrebbe vivere con più fiducia e serenità. Ma potrebbe anche cedere ad alcol e gioco d'azzardo, le due tentazioni che catturano i giovani creando dipendenza. Senza fare allarmismo, non possiamo non incrociare i dati a nostra disposizione.
Se la disoccupazione vede il 31% dei giovani a spasso, i dati sui neolaureati non sono più confortanti. Il XIV rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati redatto da AlmaLaurea, che ha coinvolto circa 400mila giovani in tutt'Italia, parla chiaro: a un anno dalla laurea il lavoro stabile è una conquista del 35% dei laureati, laddove il 65% è precario e fa tanti lavoretti, proprio come testimonia Gianni. Ancora, il guadagno non supera i mille euro. Anzi: 12 mesi dopo l'uscita dall'ateneo la retribuzione di quel 35% che ha un posto è di 934 euro mensili.
Quando le prospettive si attenuano, lo sconforto può assalirci. Allora si cerca di dimenticare, in vario modo. C'è chi lo fa bevendo: secondo gli ultimi dati del ministero della Salute aumentano tra i giovani le bevute fuori pasto e il binge drinking, cioè la pratica di mescolare bevande alcoliche e di berne tante in un breve lasso di tempo. Nella fascia tra i 18 e i 24 anni la percentuale di donne che si abbuffa di alcol in una serata sale al 9,7%. In aumento nell'ultimo decennio i consumatori fuori pasto: tra i 18 e i 24 anni si attestano sul 41,9%.
Per distrarci dagli affanni possiamo cercare qualcosa che ci catturi. Gli italiani risultano sempre più dediti al gioco d'azzardo, tant'è che non si esita a parlare di ludopatia. Secondo un recente studio del Cnr, i giocatori "problematici" sono un buon 9% tra i giovani. Il gioco compulsivo pone guadagni "possibili" e partite da giocare in cima alle priorità. Si chiama "dipendenza senza sostanze". Una trappola "per dimenticare" a portata di mano e sempre più condivisa dagli adulti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)