Se il bere diventa sfida con se stessi
Se il bere diventa sfida con se stessi
MosaicoScienze 2010 è entrato nel vivo ieri mattina, nellauditorium Gonzaga di Castiglione, col 1º dei due incontri sul tema
Lalcol e i giovani , tenuto da Enrico Tempesta, presidente del Laboratorio scientifico dellOsservatorio permanente sui
giovani e lalcool. La sala era gremita dagli studenti dei licei della cittadini, per ascoltare un esperto affrontare un tema
scottante che li riguarda da vicino. Tempesta ha parlato delleccessivo consumo di alcol in quanto deviazione del rapporto
con lalimentazione in generale, le cui radici culturali sono complesse e non avulse dalle profonde trasformazioni sociali,
con un punto di non ritorno rispetto al passato. I giovani, la cui età dei consumi si è notevolmente abbassata,
nellattraversare la linea dombra del passaggio dalla giovinezza alletà adulta, alla ricerca della propria identità, per
superare un vuoto relazionale o sperimentare i propri limiti attraverso un rischio, ritualizzano in compagnia il binge
drinking (mix di bevande consumate in breve lasso di tempo) per raggiungere lo sballo e infrangere le proprie inibizioni.
«Lassunzione di rischio - dice Tempesta - è fisiologica nel processo di crescita, ma deve rimanere un rischio adattivo, per
conoscersi meglio, e non autodistruttivo, che, per la continua ricerca di eccitazione, fa cadere nella compulsività
patologica e può portare al coma etilico». Nelle colline Moreniche, in cui non a caso si svolge la rassegna su Alimentazione
e Sapori, è doveroso un riferimento al vino quale indice di qualità della vita e parametro di un concetto di salute che va al
di là dellassenza di malattia, ma è gradimento e gusto dellesistenza, in cui le bevande alcoliche hanno un importante ruolo
di aggregazione e convivialità. Le simbolizzazioni sociali legate al consumo di vino, sono sedimentate nella storia dei
popoli e hanno consolidato poteri e alleanze. Tempesta, riconoscendo il potere positivo di gradimento della qualità della
vita legato al vino, ha ammonito i giovani a non perdere tale gusto per la qualità e a non eccedere, proprio per non
compromettere la propria incolumitò e il rito del piacere dello stare insieme. Sulle stragi del sabato sera, cè la proposta
partita da Bordeaux: far diventare le discoteche, dopo una certa ora, luoghi dassistenza o protezione, fornendo alimenti che
compensino leventuale abuso di alcolici o altro. E rassicurante, ma poco utile, chiudere presto le discoteche; in realtà i
ragazzi continuano a stare in strada in condizioni di rischio: meglio che gli stessi luoghi di divertimento tutelino i
ragazzi con utili soccorsi.